Morfologie n.42 – METAVERSO – IL METAVERSO: UNA ‘REALTÀ’ SENZA DISABILITÀ

Esiste una realtà oltre i confini attualmente conosciuti? Esiste un mondo dove le abilità potenziali del nostro cervello possono realizzarsi rendendo possibile l’impossibile? Le abilità rappresentano le capacità di applicare le conoscenze apprese per risolvere problemi, per realizzare situazioni specifiche e portare a termine compiti o imprese.

Quindi, la differenza tra abilità e disabilità potrebbe essere, non tanto nella conoscenza di come si realizzano le cose (certo anche quella), ma piuttosto nella capacità di applicarle praticamente. Su questo ci sarebbe da aprire un discorso approfondito sulle differenze tra persone abili e persone disabili (non abili). Riflettete sulle vostre capacità, per esempio di guidare un’auto o una moto, sulle vostre capacità di gestire le applicazioni o i programmi al computer, o ancora di parlare lingue diverse, di correre, cantare, suonare etc.

In base a queste cose potremmo distinguere persone abili e persone non abili. Quindi disabili?

Alla luce di queste riflessioni, quante persone disabili – non abili, conoscete, in quali cose vi riconoscete abili o non abili-disabili?

Tutto questo potrebbe essere rivoluzionato nel Metaverso. Allora andiamo verso il metaverso. Parlare di metaverso oggi, è un po’ come parlare di internet negli anni Settanta. Pur essendo qualcosa che formalmente esiste, infatti, sembra quasi che nessuno abbia davvero capito cos’è. Il compito diventa più semplice se iniziamo a considerarlo non più come una specifica tecnologia, bensì come la nostra modalità di relazionarci con la tecnologia stessa. Il metaverso può essere definito come uno spazio tridimensionale all’interno del quale le persone fisiche possono muoversi, condividere e interagire. In altri termini, il metaverso può essere considerato come una sorta di ambiente di vita virtuale che si sovrappone al mondo fisico della vita reale, ermettendo agli utenti di interagire in modo più diretto e immediato rispetto ai comuni social network, partecipando anche a varie attività in maniera molto coinvolgente. Un mondo virtuale che, quindi, ricalca quello di tutti i giorni, cancellandone però i limiti spaziali.

Cancellando le disabilità? Eliminando lo stato di malattia? Un’esperienza di questo tipo è resa possibile da dispositivi e infrastrutture che rendono il metaverso un mix di elementi e infrastrutture ad alto tasso di tecnologia. Si tratta di strumenti quali la realtà aumentata (AR), la realtà virtuale (VR), connessioni superveloci e la tecnologie blockchain, ovvero, un meccanismo di database avanzato che permette la condivisione trasparente di informazioni all’interno di una rete. Un database blockchain archivia i dati in blocchi collegati tra loro in una catena. Oltre a una incalcolabile quantità di dati e informazioni.

Gli utenti sono rappresentati da avatar tridimensionali con un proprio stile che rispecchia quello della controparte umana, capaci addirittura di interagire fra loro utilizzando la propria voce. La lista potrebbe essere più lunga, ma in ogni caso il metaverso non si esaurisce in nessuna di queste tecnologie, trattandosi infatti di un qualcosa di assai più complesso. Ciò che lo caratterizza maggiormente, infatti, non è solo l’insieme delle tecnologie innovative che lo compongono, ma anche e soprattutto il modo in cui viene vissuto. In altri termini, la grande novità del metaverso risiede nelle modalità di relazionarsi con la tecnologia che esso offre. Un esempio? Oggi per le riunioni coi colleghi ci si collega a piattaforme come Zoom, restando seduti alla propria scrivania e scrutando i rettangolini con le loro facce inquadrate da una webcam. Una modalità che ha letteralmente salvato milioni di aziende durante il lockdown, un modo che per certi versi ha reso possibile l’accesso alle cure, da parte di chi non poteva, nelle strutture sanitarie, dal proprio medico. Oggi, il rapporto tra metaverso e sanità è già reale. Cliniche virtuali, interventi in realtà aumentata e analisi dei dati a partire dall’intelligenza artificiale. Con il metaverso ci si potrà dare appuntamento in una stanza virtuale, popolata da avatar realistici e in 3D, di amici o colleghi, pazienti e medici. Quello che potrà realizzarsi a breve potrebbe trasformare il modo in cui vivere e percepire alcuni momenti della malattia, della disabilità. Quasi come in un sogno. Una volta ho sognato di guidare un aereo. Avete mai sognato di volare? Nei sogni riusciamo a fare cose che nella realtà in cui viviamo non riusciamo a realizzare…. Nel sogno cambia lo stato mentale. La disabilità è uno stato mentale, sia di chi la vive, che di chi la valuta nell’altro. Se esiste la possibilità di vivere, anche solo temporaneamente, in una realtà oltre i confini attualmente conosciuti, io voglio andarci, per correre, volare, per sentirmi abile nelle cose che so fare con la mia mente, anche se non ancora con il mio corpo.

 

Dida 1

Le abilità rappresentano le capacità di applicare le conoscenze apprese per risolvere problemi, realizzare situazioni specifiche e portare a termine compiti o imprese.

di Rosario Gagliardi