Morfologie n.42 – COACHING – IL COACHING IN SANITÀ: RIAPPROPRIARSI DELLA PROPRIA VITA

Negli ultimi anni si stanno diffondendo sempre di più le pratiche di coaching e risultano numerose le persone e le organizzazioni che ricorrono a questa pratica con diversi intenti: valorizzare i talenti, accompagnare le persone verso percorsi di crescita personale, professionale o ancora, risolvere criticità nella gestione del proprio ruolo. Crescono sempre di più gli studi che analizzano l’efficacia del coaching, così come cresce la discussione circa le leve sulle quali le organizzazioni si appoggiano per investire in questi percorsi e le metriche da utilizzare per accertarsi che il percorso scelto raggiunga effettivamente i risultati attesi. Una ricerca condotta da un gruppo di ricercatori dell’Università Sapienza di Roma coordinati dalla Professoressa Laura Borgogni, Ordinario di Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni, ha raccolto le risposte di circa 200 soggetti (coachees) provenienti da 14 diverse regioni italiane proprio per misurare l’impatto del coaching sullo sviluppo di alcune caratteristiche psicologiche riconosciute oggi come essenziali per il successo lavorativo e per il benessere personale.

Le evidenze scientifiche validate dalla ricerca confermano in modo inequivocabile un incremento significativo per la maggior parte delle skill misurate e il fatto che l’efficacia di un programma di coaching assume una rilevanza sempre maggiore in relazione alla pervasività di impiego di questa metodologia. Indipendentemente dagli approcci teorici utilizzati, la ricerca dell’Università Sapienza prova, in modo inequivocabile, che le persone dell’organizzazione migliorano, attraverso il coaching, ogni loro capacità cognitiva. Inoltre, mette in luce la possibilità di accrescere quelle capacità che consentono alle persone di riconoscere i propri punti di forza e criticità in linea con le richieste del contesto lavorativo, di valorizzare il proprio contributo, di autoassegnarsi gli obiettivi, monitorarne il conseguimento e aggiustare, là dove necessario, il tiro. Il coaching è applicabile anche nell’area della salute e prende il nome di health coaching. Il coaching della salute, nelle relazioni di aiuto alla persona, trova la sua ragione di essere, proprio nella capacità di generare un cambiamento nella persona affetta da malattia, dando vita ad una serie di trasformazioni che tendono a migliorare soprattutto il modo di vivere la propria malattia all’interno del percorso di vita.

Ognuno di noi, nella vita, si trova prima o poi ad affrontare momenti di passaggio, di cambiamento, di incertezza, momenti in cui se si vive un disagio, una malattia, sembra che tutto ci crolli addosso. È proprio in questi momenti che sentiamo la necessità di condividere pensieri e preoccupazioni, di riflettere su ciò che sta avvenendo, di comprendere le nostre sensazioni. Quando questo bisogno inizia a farsi più impegnativo che mai, non è più sufficiente una chiacchierata con un amico o con un familiare.

Infatti, l’obiettivo principale del coaching della Salute è accompagnare le persone a ricercare e a trovare un livello ottimale di benessere fisico e psicologico, percepito. L’health coach non è né uno psicologo, né un medico, di conseguenza le sue mansioni sono ben diverse da quelle di altri professionisti.

Oggi l’health coaching si configura come uno strumento non farmacologico, in grado di intervenire sugli aspetti cognitivi e comportamentali, favorendo la crescita, la consapevolezza e la capacità delle persone affette da patologia e consentire di riappropriarsi della propria vita e amplificare l’efficacia dei percorsi di cura. Le ricadute in termini di vantaggi per il paziente sono individuabili nella maggiore capacità di comprendere le ragioni della patologia e nell’acquisire competenze nella gestione della terapia, migliorando l’interazione con il curante, riducendo la sua dipendenza da esso aumentando l’autonomia e la sicurezza. Per il medico i vantaggi risiedono nella possibilità di realizzare un engagement che favorisce l’aderenza alla terapia, riduce il ricorso alla visita ed al contatto superfluo (spesso dovuto all’ansia ed all’insicurezza del paziente).

L’health coaching migliora il decorso della malattia, riducendo i sintomi ed i disagi correlati, inoltre, (in alcuni casi specifici) aumenta le possibilità della remissione dalla malattia. Per il Servizio Sanitario Nazionale, i vantaggi sono sia di ordine gestionale, per la maggiore collaborazione nella gestione e del percorso di cura, sia di tipo economico, venendosi a ridurre gli accessi ospedalieri ingiustificati, il ricorso ad altre terapie supplementari per sedare eventuali eccessi e gli aggravi del peggioramento della patologia. Il crescente interesse sull’impiego delle pratiche di health coaching sta spingendo sia le organizzazioni di health coaching, che quelle degli operatori sanitari, a realizzare degli studi finalizzati a mettere in evidenza il reale beneficio e i diversi vantaggi che si possono ottenere dall’impiego dell’health coaching in sanità.

 

Dida 1

Il coaching della salute può generare un cambiamento nella persona affetta da malattia, dando il via a trasformazioni che migliorano il suo modo di vivere la malattia, all’interno del percorso di vita.

di Rosario Gagliardi