Gotta

Cos’è la gotta. Persone a rischio. Primi sintomi. Cosa la scatena. Come si scopre. Le cure. Come prevenire gli attacchi. Se si trascura. Come evitarla

A cura di Cesare Betti

La “u201cmalattia dei re e dei grandi del passato”u201d, nota più comunemente come gotta, negli ultimi anni registra un progressivo e continuo aumento. Per sapere di che cosa si tratta, ne parliamo con il professor Giovanni Minisola, direttore della Divisione di reumatologia all’ospedale di alta specializzazione San Camillo di Roma.

Cos’è la gotta?
La gotta è una malattia diffusa. Un recente studio americano stima che sia affetto da gotta il 3,9% della popolazione, per un totale di 8,3 milioni (6,1 milioni di uomini e 2,2 milioni di donne). In Italia, le persone con iperuricemia, condizione che predispone alla gotta, si calcola che siano circa 1 milione, ma il dato è probabilmente sottovalutato.
Spesso la gotta non viene riconosciuta ed è considerata rara. In realtà, è una malattia frequente, con un’incidenza non trascurabile anche fra le donne, mentre negli uomini sopra i 40 anni è la causa più comune di disturbi infiammatori alle articolazioni.

Che cos’è la gotta
È una malattia reumatica dismetabolica cronica caratterizzata da aumento dei livelli di acido urico nel sangue, presenza di microcristalli di urato in sede articolare ed extra-articolare con reazione infiammatoria e lesioni ai reni. L’iperuricemia è il requisito fondamentale e il fattore di rischio più importante per la sua comparsa. Tanto più alti sono i livelli di acido urico e tanto maggiori sono le probabilità di avere la gotta.
Nella fase iniziale spesso asintomatica, la malattia è caratterizzata soltanto da aumento dei livelli di acido urico nel sangue. In seguito, l’acido urico può depositarsi a livello delle articolazioni sotto forma di cristalli di urato. È a questo punto che la gotta si manifesta con episodi di gonfiore, rossore locale e dolore, intervallati da periodi in cui non sono presenti sintomi e la persona gode di buona salute.
Se invece la malattia non viene curata, evolve nella fase denominata “u201cgotta cronica tofacea”u201d: in questo caso, oltre a un danno cronico delle articolazioni, è spesso presente una compromissione renale. Conoscere i valori di acido urico è molto semplice: basta un prelievo di sangue. I valori normali non devono superare i 6 milligrammi per decilitro di sangue.

Le persone più a rischio
La gotta interessa soprattutto le persone di sesso maschile, mentre le donne colpite più spesso sono quelle in menopausa. Negli ultimi anni, tuttavia, la tipologia dei malati si è via via modificata: è aumentata la frequenza fra le donne (oggi il rapporto donneuomini è 1 a 4 mentre era 1 a 7 solo pochi anni fa), fra le giovani che abusano di diuretici per perdere peso e fra gli anziani. Tra i fattori che favoriscono la malattia nell’età più avanzata ci sono l’uso di alcuni farmaci (acido acetilsalicilico a basse dosi, diuretici) e danno alle articolazioni per artrosi. Ulteriori fattori di rischio sono l’obesità, l’ipertensione arteriosa, l’insufficienza renale e la familiarità.

Primo sintomo il dolore
Attacchi dolorosi alle piccole articolazioni, soprattutto all’alluce, sono il segno più importante della gotta. Si tratta di un dolore, intenso e lancinante, che insorge più spesso verso le prime ore del mattino.
Oltre all’alluce, possono essere interessate le altre articolazioni dei piedi, le mani, la caviglia, i polsi e le ginocchia. Prima dell’attacco vero e proprio, a volte possono manifestarsi alcuni segni che indicano l’arrivo della malattia, come senso di malessere generale e crampi. Durante l’attacco acuto, i sintomi sono rappresentati da dolore molto intenso, arrossamento della zona interessata, che diventa calda e tumefatta, brividi e, raramente, febbre. A volte, il dolore è così intenso che persino il semplice contatto delle lenzuola con la parte malata diventa insopportabile.

Che cosa la scatena
Alcuni fattori possono favorire la gotta nelle persone già predisposte. I più importanti sono i traumi, le infezioni, gli interventi chirurgici, gli stress prolungati, le improvvise riduzioni di peso, l’eccessivo consumo di certi alimenti o di bevande alcoliche. Anche l’uso di certi farmaci può far aumentare il livello di acido urico nel sangue, come i diuretici e l’acido acetilsalicilico.

Si scopre così
Nei casi particolarmente evidenti, come quando ci sono i tipici dolori alle piccole articolazioni, il medico può già sospettare la presenza della gotta, spiega Stefano Bombardieri, professore di reumatologia all’Università degli studi di Pisa.
Tuttavia, per essere sicuro della diagnosi e seguire l’evoluzione della malattia, il medico può sottoporre la persona a un piccolo prelievo di liquido dalle articolazioni, per scoprire la presenza dei cristalli di urato, cioè depositi di acido urico nelle articolazioni.

Le cure
Il primo farmaco da usare per la cura dell’attacco acuto di gotta è la colchicina, in grado di bloccare l’infiammazione all’interno dell’articolazione. Molto efficaci sono anche i Fans (Farmaci antinfiammatori non steroidei), come l’indometacina o il diclofenac, oppure i coxib, come il celecoxib o l’etoricoxib, continua il professor Stefano Bombardieri.
Altro farmaco in grado di far migliorare i sintomi è l’allopurinolo, in grado di interferire nella formazione dell’acido urico. Per essere efficace, però questa cura va continuata senza interruzioni.

Come prevenire gli attacchi
Ecco alcuni consigli per prevenire la comparsa degli attacchi dolorosi:
*) Curare il metabolismo: Fondamentale è ridurre in maniera lenta, ma progressiva il peso corporeo quando si è in sovrappeso od obesi, e correggere eventuali disturbi a carico del metabolismo, come diabete o eccesso di grassi nel sangue. A volte, bastano queste semplici misure per portare a una totale scomparsa dei disturbi, anche se non va dimenticato che la gotta può ricomparire in seguito.
*) A tavola: Anche se soltanto il 10% di acido urico origina dai cibi, per ridurre tale valore, diminuire il consumo dei cibi in grado di farlo aumentare, come carni rosse, frattaglie, cacciagione, frutti di mare, sardine, acciughe, lenticchie, fagioli, piselli, spinaci, asparagi, cavolfiori e funghi, nonchè birra e alcolici. Bere fuori dai pasti, perchè i liquidi facilitano l’espulsione degli acidi urici e prevengono la formazione dei cristallo di urato.
*) Con i farmaci: Il ricorso ai farmaci per prevenire i disturbi è utile quando i livelli di acido urico sono particolarmente alti oppure quando gli attacchi si ripetono con una certa frequenza. Sono indicati gli ipouricemizzanti da prendere per bocca, che abbassano la produzione di acido urico, come l’allopurinolo.

Che cosa succede se trascurata
Se trascurata, la gotta peggiora sempre più, gli attacchi dolorosi diventano frequenti e fanno la comparsa deformazioni a carico delle articolazioni di mani e piedi. Con il tempo, prosegue il professor Stefano Bombardieri, l’infiammazione all’interno dell’articolazione è causa di erosioni a ossa e cartilagini, che provocano deformità irreversibili causa di invalidità permanente. A queste, fanno seguito altre deformità superficiali, i tofi, depositi di acido urico visibili non soltanto vicino alle articolazioni, ma anche in altre parti del corpo, come i padiglioni auricolari.

Come evitarla
Prevenire o ridurre gli attacchi gotta è possibile seguendo alcune regole. Ecco quelle più importanti.
Le persone a rischio devono eliminare dalla dieta i cibi ricchi di proteine, dal cui metabolismo ha origine parte dell’acido urico (come frattaglie, carni rosse e selvaggina). Non essere obese o in sovrappeso, senza però seguire diete troppo rigide, perchè non nutrono a sufficienza l’organismo e alla fine non influiscono in maniera significativa sui livelli di acido urico.
Bere molta acqua, almeno due o tre litri al giorno: l’acqua facilita la diluizione dell’acido urico e riduce il rischio che si depositi a livello del rene, con danni irreparabili. Evitare il consumo di bevande alcoliche, anche in piccole dosi, perchè rallentano l’eliminazione dell’acido urico attraverso le urine.