Morfologie n.39 – IL PERSONAGGIO Carla Fracci, una stella. Anche per la reumatologia di Marta Palestro

La celebre étoile, regina dei palcoscenici di tutto il mondo, è stata per tanti anni testimoniali di FIRA Onlus. Il ricordo di Carlomaurizio Montecucco.

È stata la ballerina classica più celebre del mondo, ma non molti sanno del suo grande impegno a sostegno della ricerca medica e della reumatologia italiana in particolare. Per molti anni infatti, la grandissima Carla Fracci è stata testimonial di FIRA Onlus (Fondazione Italiana per la Ricerca sull’Artrite), un fatto questo ricordato nel volume ‘Più luminosa di una stella. Una storia di danza, sogni e amicizia’, scritto a quattro mani con Aurora Marsotto, l’ultima testimonianza che la famosa artista ha voluto donare al suo pubblico e ai suoi tanti ammiratori. La Fracci, che ci ha lasciato lo scorso maggio all’età di 84 anni, ricordava orgogliosa di essere cresciuta tra i contadini nelle campagne intorno a Cremona. “E proprio lì, ben piantante nella terra, ci sono le mie radici”.

Quasi un ossimoro per la sua immagine di ballerina eterea ed evanescente, definita dal grande Eugenio Montale un’eterna fanciulla danzante. Un’artista dalla leggiadra concretezza dunque, una diva che non ha mai abdicato alla sua squisita umanità, pur avendo calcato le tavole dei palcoscenici più famosi del mondo, a cominciare da quello de La Scala, che l’aveva vista studentessa, dopo la seconda guerra mondiale. Alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala, si narra che arrivò dopo che alcuni amici di famiglia l’avevano vista volteggiare con grazia sublime nel salotto di casa; la piccola Carolina (questo il suo vero nome) aveva all’epoca 10 anni e sognava di fare la parrucchiera. Ma il destino aveva altro in serbo per lei. Una carriera folgorante e, a 22 anni, Carla Fracci è già prima ballerina de La Scala. Iconiche e leggendarie le sue interpretazioni della ‘sua’ Giselle (una, al fianco del leggendario Rudolf Nureyev), del Lago dei cigni e dello Schiaccianoci, una sublimazione degli oltre 150 ruoli interpretati nella sua lunga carriera.

 

Ma la Fracci è stato anche un esempio e una perla preziosa per l’umiltà e la dedizione al ‘lavoro’, che hanno sempre connotato la sua carriera di prima ballerina. “In tanti mi hanno chiesto come ci si sente a essere un mito. Ma i miei, che erano dei lavoratori, padre tranviere, madre operaia, mi hanno insegnato che il successo si deve guadagnare. E io ho lavorato, lavorato, lavorato.”

 

 

E di recente Rai 1 ha ricordato la celebre étoile con il film biopic Carla, interpretata da Alessandra Mastronardi; è stata la Fracci stessa a scegliere l’attrice che avrebbe dovuto ricoprire questo ruolo e a supervisionare la realizzazione del film, basato sulla sua autobiografia, Passo dopo passo – La mia storia (2013).

“Saremo sempre grati a Carla – commenta il professor Carlomaurizio Montecucco, Presidente di FIRA Onlus – per il grande aiuto che ha dato alla nostra specializzazione medica. Il suo impegno è stato fondamentale per far conoscere a molti italiani l’importanza di malattie gravi e ancora spesso sottovalutate dai cittadini del nostro Paese. Come Fondazione, siamo da sempre in prima linea nel sostenere la ricerca clinica indipendente e vogliamo continuare a farlo anche in ricordo della signora Fracci”. La Fondazione FIRA Onlus è nata nel 2006 con l’obiettivo di sostenere la ricerca scientifica nel campo della diagnosi e della cura delle malattie reumatiche.