Survey – Le patologie reumatologiche e il Covid-19

Il 61% delle persone affette da patologie reumatologiche sono preoccupate e/o molto preoccupate per gli effetti provocati dall’emergenza COVID-19, con impatti negativi sul proprio stato d’animo (aumento dell’irritabilità, disturbi dell’appetito, riduzione della qualità del sonno). Una persona su tre non è soddisfatta del supporto fornito dal proprio medico di famiglia in questo periodo di emergenza e tre su quattro (76%) hanno dovuto rimandare visite specialistiche e di controllo legate nella quasi totalità dei casi (88%) alla patologia. Addirittura quasi uno su 4 (22%) pensa che non tornerà mai più sereno come prima dell’arrivo della pandemia. Sono questi alcuni dei risultati principali emersi dalla survey “Le patologie reumatologiche e Covid-19”, realizzata dall’Osservatorio dell’Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare (APMARR) in collaborazione con Helaglobe e presentati nel corso di un webinar online in data 25 maggio 2020.

“Per una persona affetta da patologie croniche – spiega Antonella Celano, presidente dell’Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare APMARR – risulta essere quasi un ossimoro quello di aver dovuto interrompere, da un momento all’altro a causa della pandemia, la malattia cronica con la sospensione dei controlli , delle visite ospedaliere e della possibilità di avere diagnosi precoci. La malattia, infatti, non si ferma a causa del coronavirus e ci sono prestazioni e terapie che non possono essere considerate “differibili” con l’inevitabile effetto di un peggioramento del quadro clinico che provoca un incremento dei costi sanitari e sociali. Il nostro Servizio Sanitario Nazionale dovrebbe essere a misura di paziente garantendo l’accesso, la presa in carico, le cure territoriali, la continuità assistenziale tra ospedale e territorio, la riabilitazione, l’assistenza domiciliare, senza differenze tra Regioni. Da questa emergenza, dalla necessità di dare risposte concrete e in tempi brevi alle persone, potrà essere messa in pratica la tanto spesso teorizzata continuità ospedale-territorio e lo sviluppo di una rete di sostegno sanitaria, assistenziale, sociale. In questo senso la telemedicina è certamente uno strumento innovativo che potrebbe aiutarci a superare tutti questi bisogni insoddisfatti di salute e cura”.

Il documento completo coi risultati della ricerca potrà essere scaricato in fondo al presente articolo, dove potrete visionare anche il video del webinar di presentazione, a cui sono intervenuti: Antonella Celano, presidente APMARR; Sandra Zampa, sottosegretario alla Salute; sen. Paola Boldrini, Componente XII Commissione Igiene e Sanità; On. Elvira Savino, Componente XIV Commissione Politiche dell’Unione Europea; Davide Cafiero, Managing Director e partner fondatore di Helaglobe, autore della ricerca; Roberto Caporali, reumatologo, Direttore della Unità Operativa Complessa di Reumatologia Clinica dell’ASST Gaetano Pini -CTO di Milano e professore di reumatologia presso il Dipartimento di scienze cliniche e di comunità dell’Università di Milano; Fabrizio De Benedetti, pediatra reumatologo, responsabile Unità Operativa di Reumatologia, Dipartimento di Medicina Pediatrica IRCCS Ospedale Bambino Gesù di Roma, prof. Sergio Pillon, angiologo, European Public Health Alliance- Digital Health Working Group, già coautore e Coordinatore della Commissione Paritetica Nazionale per la governance delle linee d’indirizzo sulla Telemedicina (Ministero della Salute, Conferenza Stato-Regioni e Rosario Gagliardi, direttore Osservatorio APMARR, Docente di Management Socio-Sanitario presso l’Università Sapienza di Roma Dipartimento Studi Sociali ed Economici, Coordinatore del Gruppo di Studio di Medicina Comunicazionale GISEA, Membro del Board scientifico di ASIQUAS – Società Italiana per la Qualità dei Servizi Sanitari.

 

 

 

Report-Le-patologie-reumatiche-e-Covid-19.pdf