MORFOLOGIE 50 – Come potrebbe cambiare la distribuzione dei farmaci reumatologici

L'INTERVISTA

Come potrebbe cambiare la distribuzione dei farmaci reumatologici

Portare i farmaci sempre più vicino ai cittadini e renderne sempre più equo l’accesso. Questo uno dei passaggi chiave del Testo Unico della legislazione farmaceutica. Ne abbiamo parlato con il Sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato

di Maria Rita Montebelli

Lo scorso settembre il Consiglio dei Ministri ha approvato il Testo Unico della Legislazione Farmaceutica che affida al Governo il compito di innovare e riordinare l’intero quadro della legislazione farmaceutica italiana in un Testo Unico.
“Un passaggio importante in un’ottica di riordino e semplificazione – ha commentato il Ministro della Salute, Orazio Schillaci – con l’obiettivo di arrivare a un provvedimento nell’unico interesse dei cittadini e del Servizio Sanitario Nazionale pubblico”.
“Vogliamo rendere il farmaco sempre più accessibile e garantire un presidio di prossimità ai cittadini – ha sottolineato il Sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, promotore dell’iniziativa -. Lo avevamo annunciato a maggio, condiviso con gli stakeholder in un incontro pubblico a fine luglio e oggi l’iter del Testo Unico prende ufficialmente avvio. Siamo convinti che questa linearità, frutto di una visione chiara e precisa, guiderà anche il confronto parlamentare e il dialogo con Regioni e parti interessate”.
Il provvedimento prevede, tra i punti chiave, la revisione della distribuzione dei medicinali, il rafforzamento delle farmacie territoriali come presidi sanitari di prossimità e l’integrazione delle banche dati sanitarie (Sistema Tessera Sanitaria, Fascicolo Sanitario Elettronico, Infrastruttura Nazionale per l’Interoperabilità, Ecosistema Dati Sanitari per il Dossier Farmaceutico) per garantire informazioni in tempo reale su prescrizioni, dispensazioni, prezzi, consumi e stock dei farmaci.
Il Testo Unico è frutto del lavoro congiunto di cinque ministeri – Salute, Economia e Finanze, Imprese e Made in Italy, Ambiente e Giustizia – che saranno coinvolti anche nell’adozione dei decreti attuativi entro il 31 dicembre 2026.
Alla luce del licenziamento del Testo Unico e sulla scia delle nuove regole di dispensazione in farmacia dei farmaci antidiabetici di ultima generazione, Apmarr ha chiesto un’intervista al Sottosegretario alla Salute, On. Gemmato per capire cosa potrebbe cambiare in futuro anche per le persone con malattie reumatologiche.

Sottosegretario Gemmato, qual è il valore aggiunto del nuovo Testo unico della legislazione farmaceutica e perché lo ritiene un passaggio strategico per il nostro servizio sanitario?
Il nuovo Testo Unico della legislazione farmaceutica finalmente metterà ordine nella normativa vigente, composta da una stratificazione di oltre 700 articoli contenuti in 100 norme differenti, di cui alcune risalenti all’inizio del secolo scorso (pensiamo ai due Regi Decreti del 1934 e del 1938), offrendo un riferimento chiaro e coerente ad un comparto vitale per la salute e l’economia del Paese. L’obiettivo è garantire ai cittadini un accesso equo e sicuro ai farmaci, assicurando al contempo stabilità e attrattività per il mondo produttivo e della ricerca. Non si tratta soltanto di ridurre o contare le norme esistenti: il Testo Unico restituisce al sistema farmaceutico nazionale un quadro organico e moderno, rappresentando un atto di responsabilità politica e istituzionale verso un settore strategico per la salute pubblica e la competitività dell’Italia.
In che modo questo provvedimento può favorire un accesso più rapido, equo e uniforme al farmaco per i cittadini, superando le disomogeneità territoriali che ancora si registrano?
Oggi, la coesistenza di diversi canali di distribuzione dei farmaci – diretta, per conto e convenzionata – ha prodotto alcune disomogeneità territoriali, complessità operative e, in alcuni casi, criticità nell’accesso per i pazienti. L’obiettivo è costruire un modello più armonico e coerente a livello nazionale, che semplifichi i percorsi documentali, di erogazione, rafforzi la prossimità e consenta un monitoraggio più puntuale dei flussi e degli stock, anche grazie all’integrazione dei sistemi informativi regionali. Si guarda, in particolare, alla possibilità di riportare sul territorio alcune categorie di farmaci oggi erogati attraverso i presìdi delle ASL, a vantaggio dei pazienti cronici e delle fasce più fragili. Lo abbiamo già iniziato a fare in questi ultimi due anni mettendo in atto quanto previsto in Legge di Bilancio 2024 con la riclassificazione di alcune categorie di antidiabetici, e non a caso questa maggiore prossimità delle terapie ha ricevuto il plauso di molte associazioni di pazienti e di cittadini fra cui anche l’Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare APS ETS.
Il Ddl si propone di semplificare norme stratificate negli anni: quali benefici concreti potrà portare non solo alle imprese del settore, ma soprattutto a pazienti, medici e farmacie?
Il Testo Unico della Legislazione Farmaceutica mira a un riordino coerente che possa offrire al Paese regole certe e uniformi, superando le numerose modifiche apportate nel tempo per esigenze contingenti, che avevano reso difficile un’interpretazione univoca della normativa e generato frequenti contenziosi e variabilità regionale non sempre giustificabile.
Il nostro lavoro nasce proprio da questa consapevolezza: dotare l’Italia di un quadro normativo chiaro e moderno significa rafforzare la capacità del sistema di rispondere alle esigenze di cura, ma anche di sostenere la crescita di una filiera industriale che è tra le più avanzate e dinamiche del Paese. Elemento innovativo sarà la creazione di un ecosistema informativo integrato, capace di unire Tessera Sanitaria, Fascicolo Sanitario Elettronico, Infrastruttura per l’Interoperabilità e nuovo Ecosistema Dati Sanitari.
Nascerà così il Dossier Farmaceutico, strumento centrale per la governance della spesa, la programmazione degli acquisti e la pharmaceutical care. Consentirà prescrizioni più appropriate, prevenzione di duplicazioni e scostamenti, migliore aderenza terapeutica e un sistema realmente centrato sul paziente.
Si tratta di un passaggio decisivo per una politica del farmaco moderna, intelligente e coerente con l’evoluzione della sanità pubblica.

In che modo il Testo Unico può contribuire a semplificare le procedure autorizzative tramite la digitalizzazione e a rafforzare le farmacie territoriali?
Le farmacie di comunità possono diventare veri presìdi sanitari di prossimità, parte integrante della rete territoriale. Dopo 15 anni di sperimentazione, alimentata su proposta di governi e compagini parlamentari di tutti gli schieramenti, si punta a rendere strutturale il modello della farmacia dei servizi, già presente e funzionante in molte Regioni.
Screening, supporto all’aderenza terapeutica, consulenze, monitoraggi clinici di bassa complessità, vaccinazioni e telemedicina, saranno alcuni dei servizi che verranno erogati per portare la salute sempre più vicina al cittadino.
Il Testo Unico favorirà la semplificazione delle procedure autorizzative attraverso una piena integrazione digitale dei dati sanitari. Elementi della Tessera Sanitaria, Fascicolo Sanitario Elettronico e nuovo Ecosistema Dati Sanitari, che comunicheranno grazie all’Infrastruttura Nazionale per l’Interoperabilità, confluiranno nel Dossier Farmaceutico, rendendo disponibili in tempo reale informazioni su prescrizioni, dispensazioni, prezzi, consumi dei farmaci. Mettere il dato a disposizione del professionista permetterà alle farmacie territoriali di operare con maggiore efficacia come presidi sanitari di prossimità, potendo monitorare le necessità locali e supportare in modo più puntuale i pazienti.
Sanità pubblica e sanità privata: la loro coesistenza è ormai da tempo oggetto di visioni differenti e di dibattito. A suo parere, dove risiede il punto di equilibrio che consenta di valorizzare e rafforzare entrambe?
La sanità pubblica e quella privata non devono essere viste ideologicamente come realtà contrapposte, ma come due componenti complementari di un unico sistema orientato al benessere del cittadino. Con il Decreto Liste d’Attesa abbiamo dato un segnale concreto in questa direzione: la piattaforma nazionale e il CUP unico regionale, che integra prestazioni pubbliche e del privato accreditato, consentono di migliorare l’efficienza e ridurre i tempi di accesso alle cure. L’obiettivo è rafforzare il sistema salute nel suo complesso, valorizzando il contributo del privato come acceleratore di innovazione, efficienza e capacità produttiva, ma sempre nel rispetto delle regole e della programmazione pubblica. Il punto di equilibrio risiede proprio in una collaborazione trasparente e regolata, dove il privato sostiene il pubblico nel garantire prestazioni che la legge assicura a tutti i cittadini. Il compito delle istituzioni è favorire accesso, innovazione e prossimità, in una sanità davvero integrata e al servizio delle persone.

All’indomani dell’approvazione della Legge di bilancio, quali sono gli obiettivi principali che vi prefiggete come Ministero della Salute e Governo per il 2026?
Per il 2026 l’obiettivo è consolidare e rendere strutturali gli investimenti realizzati in questi anni. La Legge di bilancio prevede 4 miliardi di euro in più per il Fondo sanitario nazionale, a cui si aggiungono le risorse destinate al potenziamento delle infrastrutture, alla digitalizzazione e agli interventi del PNRR.
Più fondi per la sanità significa anche più risorse per la spesa farmaceutica, in un’ottica di equilibrio e sostenibilità.
Entro dicembre 2026 saranno varati i decreti attuativi del Testo Unico della Legislazione Farmaceutica, che permetteranno di aggiornare e rivedere i tetti di spesa e il meccanismo del payback, rendendolo più equo e coerente con la realtà produttiva e assistenziale del Paese.
L’obiettivo è chiaro: garantire un sistema sanitario moderno, efficiente e in grado di rispondere con tempestività ai bisogni di salute dei cittadini.