REUMAstories, Anna racconta la sua esperienza con l’Artrite Idiopatica Giovanile

Che responsabilità descrivere la me del passato e del presente in poche righe…ci provo, perché voglio che certe cose si conoscano, ci si responsabilizzi di fronte al dolore.

Dunque, sono Anna, 29 anni, di Reggio Calabria, laureata in cognitivismo, ma con una vita passata tra ospedali e visite. Sono affetta da AIG (Artrite Idiopatica Giovanile) da quando avevo 3 anni, patologia con effetti devastanti sul corpo, soprattutto se presa da così piccola, come è capitato a me ma ho combattuto e non mi sono mai accontentata o fermata alle tante notizie negative.

L’artrite mi ha tolto tanto ma in questo lungo viaggio ho incontrato amici, che sono come fratelli e sorelle ormai da anni e che, nonostante tutto, continuiamo a incontrarci.  Ad oggi ho sei interventi alle spalle e altrettanti da fare, cammino molto a fatica con le stampelle ma ce la faccio, anche quando mi avevano detto che non avrei più potuto fare un passo. Quando sei alle prese con questa vita poi ti avvicini agli altri, per evitare che passino quello che ho passato io e per aiutarli a non arrendersi. 

Ho fatto (e faccio ancora, in realtà, con minore frequenza) per anni il viaggio Reggio Calabria-Milano e nei lunghissimi ricoveri mi aiutavano due cose: scrivere e realizzare oggetti in pasta polimerica (fimo), così la tensione svaniva. 

Oggi sto scrivendo un libro, una sorta di autobiografia romanzata che parla della mia storia. 

È una vita piena di tensione e ansia ma anche da vivere a pieno. Questo perché quando vivi un momento bello e felice, in questi casi, lo vivi a pieno. Non si ha la certezza di nulla, di come le cose andranno, se i tuoi obiettivi si realizzeranno, insomma il bello viene vissuto con tutte noi stesse, in attesa di un futuro che sia clemente. 

Purtroppo nonostante sia passato tanto tempo ricordo ancora i dolori fortissimi, quella sensazione di stanchezza costante e i valori che non riuscivano mai a scendere. La soluzione, nel mio caso, era spesso il cortisone, l’unico farmaco a poter contrastare le mie recidive molto forti ma, allo stesso tempo, quello che più di tutti ha contribuito alla mia osteoporosi (durante gli interventi, mi sono fratturata più volte gli arti) e mi ha portata a una crescita sempre più lenta in età adolescenziale.    

Oggi sono una blogger e un attivista per i diritti dei più deboli, parlo di inclusività nei miei canali social e credo nel forte potere della condivisione e della comunicazione.

Nonostante i periodi negativi della mia vita continuo a credere che ognuno abbia il diritto di sognare e vivere i propri sogni, anche se per alcuni è effettivamente più difficile di altri. 

Spero che nessuno abbia paura almeno di tentare di viverli, anche se la vita fa il suo corso e non sempre è come ce l’aspettavamo da piccoli. 

Il mio sogno, ad esempio, è realizzare collezioni ‘petite’, riuscire a parlare di bellezza, ‘must’ e dell’inclusività, un terreno che seppur cresciuto è ancora tanto ancorato a pregiudizi e dettami esclusivi. Non so se un giorno ce la farò, non so se molte cose sono realizzabili ma vale la pena combattere per migliorarci. 

Grazie per avermi letta!

Anna Chiricosta

REUMAstories_Anna-Chiricosta.pdf