Cosa sono le Artriti Reattive. Quali sono i sintomi. La Sindrome di Reiter. Gli esami utili per la diagnosi. Terapie disponibili
A cura del Dr Luis Severino Martin Martin (Reumatologo)
Cosa sono le Artriti Reattive
Con la dicitura “artriti reattive” si identifica un gruppo di artriti che insorgono entro 3 settimane da un’infezione intestinale o delle vie genitourinarie, anche sessualmente acquisita. Colpiscono adulti di circa 30 anni di età ma possono insorgere anche in persone più giovani e negli anziani.
Le artriti reattive sono le uniche malattie reumatiche delle quali si conosce il fattore scatenante.
Sono dovute alle infezioni da batteri Gram-negativi; Campylobacter, Shigella, Salmonella e Yersinia causano le enteroartriti; Chlamydia e Ureaplasma Yersinia si trasmettono per contagio sessuale.
È comprovata anche l’associazione con il gene HLA-B27, l’ipotesi patogenetica attuale presume che, in individui geneticamente predisposti, il sistema immunitario risponda in modo esagerato ad un’infezione causata da germi, dando inizio ad un processo autoinfiammatorio che sfocia nell’artrite.
Quali sono i sintomi delle artriti reattive?
Le artriti reattive, si manifestano con una miriade di sintomi diversi, pertanto, le conoscenze mediche non sono ancora definitive; recentemente sono state classificate come spondiloartriti indifferenziate, perché sono caratterizzate dalla negatività per il fattore reumatoide e dalla presenza di una serie di sintomi extrarticolari presenti nelle spondiloartriti sieronegative.
Possono manifestarsi con molteplici sintomi a livello extrarticolare uretrite, congiuntivite, irite, diarrea, ulcere orali, dattilite, onicopatia, cheratoderma blenorragico ecc.
Si distinguono dalle artriti infettive che sono caratterizzate dalla presenza di un microrganismo all’interno di un’articolazione.
Esistono artriti reattive non associate ad HLA B27 come la febbre reumatica e la malattia di Lyme.
La Sindrome di Reiter
Per la Sindrome di Reiter esistono criteri diagnostici certi che ne consentono la diagnosi se sono compresenti “Artrite, uretrite e congiuntivite”.
La manifestazione predominante è l’artrite, solitamente un’oligoartrite periferica agli arti inferiori che tende ad estendersi in modo assiale e ad essere affiancata da infiammazione delle entesi e tendiniti. L’uretrite e la congiuntivite non sempre si manifestano in modo evidente, ad esempio, nelle donne, l’uretrite e la cervicite possono essere asintomatiche; ciò rende spesso difficile la diagnosi perché risulta impossibile identificare la triade alla base del criterio diagnostico.
Tra i sintomi extrarticolari possono manifestarsi lesioni alle mucose orali e del glande (balanite circinata), lesioni cutanee ipercheratosiche sul palmo della mano, sulla pianta del piede e intorno alle unghie (cheratoderma blenorragico).
Raramente la malattia diventa sistemica; talvolta possono sopraggiungere calo ponderale, tachicardia, soffi sistolici e neuropatie periferiche.
Solitamente l’artrite regredisce spontaneamente nell’arco temporale di qualche mese.
Esistono però delle forme croniche che recidivano ad intervalli di tempo variabili e sono caratterizzate da spondilite, sacroileite e coinvolgimento degli arti superiori e per le quali, a lungo andare, possono subentrare deformità e anchilosi.
Quali sono gli esami utili per la diagnosi?
Gli esami utili per la diagnosi sono quelli che rilevano gli indici di infiammazione, l’analisi del liquido sinoviale, il dosaggio delle IgC ed IgA specifiche contro Yersinia e Chlamydia.
Gli esami radiologici servono per valutare le alterazioni delle articolazioni.
Quali sono le terapie disponibili?
Nelle forme acute è indicata la terapia con antiinfiammatori. Nelle uroartriti è consigliata la terapia antibiotica con l’associazione di doxiciclina e rifampicina.
Nelle sindromi reattive croniche sono stati impiegati farmaci antimalarici (idrossiclorochina), salazopirina e methotrexate con beneficio anche se non esistono studi attendibili sulla reale efficacia.
Per l’artrite sono indicate terapie locali con infiltrazioni di steroidi.