Artriti enteropatiche

Cosa sono le Artriti Enteropatiche. Come si manifestano. Quali sono le cause. Quali sono i campanelli di allarme. Come viene posta la diagnosi di artrite enteropatica. Come si cura e per quanto tempo si deve assumere la terapia

A cura della Dott.ssa Annamaria Tiso (Reumatologa)

Cosa sono le artriti enteropatiche
Le artriti enteropatiche sono infiammazioni delle articolazioni (artriti sieronegative= con fattore reumatoide negativo) associate a malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI) quali il Morbo di Crohn e la rettocolite ulcerosa (RCU).

Come si manifestano?
Si manifestano il più delle volte con un’artrite periferica ad esordio acuto o subacuto a carico di una o poche articolazioni con insorgenza precedente, contemporanea o successiva alla patologia intestinale. Generalmente vengono coinvolte ginocchia e caviglie, meno frequentemente le articolazioni degli arti superiori (gomiti, polsi e spalle). Nel Morbo di Crohn possono essere interessate anche le piccole articolazioni della mano e la colonna vertebrale. Rientrano infatti nelle artriti enteropatiche la sacroileite (infiammazione delle articolazioni sacroiliache) e la spondilite anchilosante.

Da ricordare le possibili manifestazioni oculari e cutanee delle MICI come l’uveite, il pioderma gangrenoso e l’eritema nodoso.

Quali sono le cause
Le cause non sono del tutto note ma la comunità scientifica è concorde nel definirle ad eziologia multifattoriale in cui la predisposizione genetica (spesso vi è la presenza del gene HLA-B27 nel DNA dei pazienti affetti) si associa a fattori ambientali (stress, infezioni, dieta) determinando la comparsa della malattia.

Quali sono i campanelli di allarme

  • MICI diagnosticata o, se non diagnosticata, quadro clinico caratterizzato da diarrea, muco e/o sangue nelle feci. In tal caso è utile effettuare una colonscopia con biopsia previa visita gastroenterologica
  • Comparsa di dolore ricorrente o persistente a risoluzione spontanea in corrispondenza di ginocchia, caviglie o rachide in associazione a sintomatologia intestinale
  • Macchie o lesioni cutanee associate a sintomatologia intestinale

Come viene posta la diagnosi di artrite enteropatica
In caso di malattia intestinale già riconosciuta, la diagnosi di artrite enteropatica risulta abbastanza agevole basandosi di fatto su una sintomatologia clinica chiaramente associata a dolori addominali e diarrea mucosanguinolenta con decorso cronico-intermittente.
Più difficoltosa è invece la diagnosi di un’artrite insorta prima della malattia enterica.
In ogni caso si tratta di artriti sieronegative in cui il fattore reumatoide (FR) è assente nel sangue e i restanti esami di laboratorio mostrano un incremento degli indici di flogosi associato ad anemia durante le fasi di attività della malattia.

Come si cura e per quanto tempo si deve assumere la terapia
L’obiettivo principale è il controllo della malattia di base, ossia quella intestinale. Risultano utili gli steroidi, sia per via sistemica che locale sotto forma di infiltrazioni intrarticolari e la sulfalazina. I FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) invece sono da evitare, per il loro possibile danno ad un apparato gastro-enterico già compromesso ed il loro uso va limitato ai casi di spondilite associata ad una enteropatia in fase di remissione.
Nel Morbo di Crohn gli anti TNFα (farmaci biotecnologici) sono risultati molto efficaci, sia nei confronti della malattia di base sia del suo impegno articolare, periferico o assiale; in corso di RCU invece la loro utilità non è ancora validata ed è ancora in via sperimentale.

Naturalmente, in caso di impegno assiale restano fondamentali le terapie fisiche che praticamente vanno effettuate in maniera continuata per mantenere il più possibile la mobilità del rachide in questi pazienti.