3 aprile 2020, Kilchberg, Svizzera – The Annals of the Rheumatic Diseases (ARD), la rivista ufficiale della European League Against Rheumatism (EULAR), ha pubblicato due lettere questa settimana contenenti i risultati di alcuni casi COVID-19 registrati in Italia e riguardanti persone affette da reumatismi e malattie muscolo-scheletriche.
Le due lettere esaminano il rischio al quale vanno incontro pazienti con malattie reumatiche e muscolo-scheletriche (RMD) che seguono terapie immunosoppressive: “I miei pazienti con malattie reumatiche sono a maggior rischio di contrarre il COVID-19? e “Decorso clinico del COVID-19 in alcuni pazienti affetti da artrite cronica, trattati
con terapie mirate immunosoppressive”. La seconda lettera fornisce uno dei primi rapporti disponibili per quanto riguarda gli attuali casi, registrati in Italia, di pazienti affetti da malattie muscolo-scheletriche e risultati positivi al COVID-19.
La rivista ufficiale dell’EULAR, The Annals of the Rheumatic Diseases, pubblica questa settimana le lettere, a seguito della pubblicazione di una lettera che affronta la speranza e le minacce delle terapie antimalariche sperimentate per le cure durante l’epidemia di COVID-19: “Da considerare o no: gli antimalarici come intervento di profilassi nella Pandemia di Covid-19”.
La Lombardia è la regione del Nord Italia con la più alta incidenza di casi COVID-19, con più di 33.000 pazienti positivi al momento della scrittura della lettera e 1.250 che, nell’ultimo mese, sono stati ricoverati in terapia intensiva. Sin dalle prime segnalazioni di casi COVID-19 registrati in Italia, è stato rilasciato un sondaggio con un contatto di follow-up di 2 settimane per i pazienti con artrite cronica trattati con farmaci anti reumatici modificanti la malattia biologica (bDMARD) o DMARD sintetici mirati (tsDMARDs). I pazienti sono stati quindi seguiti nel loro percorso presso la clinica ambulatoriale biologica di Pavia, in Lombardia.
La Professoressa Annamaria Iagnocco, presidente eletto di EULAR, evidenzia qui la questione chiave:
“A causa della portata dell’emergenza COVID-19 in Italia, EULAR accoglie con favore questa serie di risultati; questi non presentano infatti alcuna conclusione sul tasso di incidenza dell’infezione COVID-19 nei pazienti con malattie reumatiche, né sull’esito, nel complesso, di pazienti immunocompromessi colpiti da COVID19.
“Un alto livello di vigilanza e un rigoroso follow-up devono essere mantenuti con questi pazienti, compresa l’esclusione delle infezioni sovrapposte. La nostra esperienza preliminare dimostra, tuttavia, che nei pazienti con artrite cronica trattati con bDMARD o tsDMARD non sembra esserci un aumento del rischio di complicanze respiratorie o potenzialmente letali a seguito del virus COVID-19 rispetto al resto della popolazione”.
Alla luce del loro effetto in vitro e dei primi risultati clinici, i farmaci antimalarici CQ e HCQ con i quali sono stati curati dei pazienti con polmonite correlata a COVID-19 sono stati inclusi nelle linee guida cinesi per la gestione del virus COVID-19.
In questa fase, EULAR chiede un approccio equilibrato per garantire che si soddisfino gli imperativi dettati dalla pandemia attualmente in corso ma nello stesso tempo siano rispettate, allo stesso modo, le esigenze di coloro che beneficiano già dell’uso di questo
medicinale; per alcuni di loro infatti questo è un farmaco essenziale per le cure. EULAR accoglie con favore gli sforzi compiuti a livello globale con l’obiettivo di aumentare la base di informazioni sul potenziale di cura di HCQ / CQ nel trattamento dei pazienti affetti da COVID-19 per garantire che la sua applicazione sia il più appropriata possibile e basata su prove scientifiche, offrendo così il massimo beneficio possibile.