Coronavirus e Persone con malattie reumatologiche, Lopalco: “Niente panico, nessuna differenza di comportamento rispetto agli altri cittadini”

Pierluigi Lopalco

A tranquillizzare la comunità delle persone con malattie reumatologiche ci aveva già pensato, alcuni giorni fa, il Prof. Luigi Sinigaglia Presidente della Società Italiana di Reumatologia (SIR) che aveva sottolineato che “al momento non servono precauzioni speciali se non quelle che le autorità sanitarie stanno emanando”.

Oggi, a stemperare la paura che circola in queste settimane arrivano anche le parole di Pier Luigi Lopalco – Professore Ordinario di Igiene ed Epidemiologia dell’Università di Pisa e Presidente del Patto Trasversale per la Scienza – il quale, ai nostri microfoni, spiega che l’informazione più importante da diffondere alle persone con patologie croniche è quella di non interrompere i propri trattamenti.
“Il rischio di contrarre un’infezione da coronavirus – dice Lopalco – è così basso che non giustifica la sospensione del trattamento che invece, sicuramente, potrebbe portare a delle importanti conseguenze”.

Lopalco chiarisce che le uniche informazioni attualmente disponibili sul Coronavirus provengono dal focolaio cinese, quindi non abbiamo dati clinici specifici sull’impatto di questa nuova infezione su persone con malattie reumatologiche. Questo vuol dire che non possiamo essere sicuri di quello che si dice in questi giorni, cioè che malattie concomitanti con il coronavirus potrebbero in ogni caso portare ad un quadro clinico grave. Per esempio, un’indagine di recentissima pubblicazione sul coronavirus in pazienti con asma ha fatto emergere che il Covid-19 non ha provocato un aggravamento della patologia.

“È ovvio – continua Lopalco – che chi ha, per una qualunque patologia, un problema che riguarda la capacità funzionale dei polmoni, ricevendo l’infezione di un virus che riduce ancora di più la capacità polmonare, diventa un caso grave”. Cosa possiamo fare allora per proteggerci dal Covid-19? “Nel caso delle malattie reumatologiche stiamo parlando di uno spettro di patologie diversissime l’una dall’altra. La cosa più intelligente da fare è rifarsi alle linee guida per l’influenza sino a che le società scientifiche non avranno informazioni specifiche per questa infezione. Il coronavirus ha, infatti, un comportamento e un livello di aggressività che è più o meno quello di un virus influenzare pandemico, per questo, rifarsi alle linee guida sull’influenza è un’ottima approssimazione”.

“Nel frattempo – conclude Lopalco – niente panico e nessuna differenza di comportamento rispetto agli altri cittadini: i rischi sono bassi perché la circolazione del virus è contenuta”.