Morfologie n°46 – VOCI DAL PALAZZO – Riorganizzazione della reumatologia: forse vicini ad una svolta

Presentato a Palazzo Madama un disegno di legge storico per la reumatologia. Tanti gli argomenti affrontati, dalla diagnosi precoce per prevenire la disabilità, alla riorganizzazione dei percorsi di presa in carico dei pazienti. Sono oltre 5 milioni gli italiani che convivono con una malattia reumatica, 734 mila dei quali con una forma grave, che impatta in maniera sensibile sulla qualità della vita.

di Maria Rita Montebelli

Una giornata storica per la reumatologia quella andata in scena al Senato lo scorso 14 marzo. Gli stati generali della reumatologia e le associazioni pazienti si sono confrontati con diversi esponenti politici, in occasione della presentazione di un rivoluzionario disegno di legge (ddl) sul riassetto della reumatologia. “Il tempo degli sprechi è scaduto – esordisce la vicepresidente della Commissione Sanità, Senatrice Cristina Cantù, alla conferenza stampa di presentazione del ddl che reca il suo nome –. Perché la sanità possa continuare ad essere universalistica, sono necessari un riordino, il rafforzamento, la razionalizzazione dei processi e il potenziamento dei servizi, anche in ambito reumatologico”. Ma è necessario anche un monitoraggio e un controllo dei Percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali che devono essere mirati e personalizzati. Anche l’innovazione deve trovare posto in tutto ciò, ma sempre all’insegna dell’appropriatezza. Una prevenzione predittiva e proattiva aiuterebbe inoltre a dare di più, spendendo di meno. E sempre in ottica di risparmi, è necessario superare il consumismo estremo in sanità, spesso generato dalla medicina difensiva e che non sempre fa gli interessi del paziente. La nostra proposta prevede la presa in carico dei malati attraverso un approccio integrato da parte del reumatologo di riferimento e del medico di medicina generale, con garanzia di aggiornamento dei livelli essenziali delle prestazioni. L’obiettivo è quello di assicurare diagnosi rapide e cure specifiche, attraverso la creazione di una Rete che garantisca l’uniformità dei protocolli terapeutici prioritarizzati in prevenzione e un monitoraggio costante dell’appropriatezza delle prestazioni. L’obiettivo – prosegue la Senatrice Cantù – dunque è di operare un rafforzamento dell’intero percorso di cura, dalla prevenzione al trattamento, con l’implementazione di una Rete reumatologica integrata ospedale-territorio. Un’attenzione particolare sarà dedicata a fibromialgia, lupus eritematoso sistemico, sclerosi sistemica e artrite reumatoide, tra le patologie più diffuse e con maggiori ripercussioni sulla qualità di vita dei pazienti, sia per le difficoltà diagnostiche, che per l’individuazione di un corretto trattamento”.

“Il tema del Ddl Cantù – commenta l’onorevole Marcello Gemmato, Sottosegretario di Stato per la Salute – è un tema di sanità pubblica molto rilevante, che riguarda anche pazienti giovanissimi. Si parla di presa in carico precoce, ma per questo è necessario fare in modo che i pazienti trovino risposta alle proprie domande e una corretta presa in carico restando in prossimità del proprio domicilio, per non rischiare di peggiorare il ritardo diagnostico. Il servizio sanitario pubblico è dotato già di 134 miliardi di euro (nel 2019 il fondo sanitario nazionale era di 115 miliardi di euro), ma non serve solo una maggiore dotazione del fondo, quanto di nuovi percorsi, senza sperequazioni nel territorio italiano, in termini di accesso”.

“Questo Ddl – commenta il professor Giandomenico Sebastiani, presidente della Società Italiana di Reumatologia – rappresenta una svolta per tutta la reumatologia italiana, della quale non possiamo che ringraziare la Senatrice Cantù che, con grande sensibilità e competenza, ha abbracciato la nostra causa. Uno dei punti su cui è più importante intervenire è il ritardo diagnostico, che causa un peggioramento delle condizioni di salute, l’accumulo di danno irreversibile e quindi notevoli disagi per i malati e elevati costi sociali legati all’invalidità e a percorsi diagnostici e terapeutici inappropriati. Questo richiede una maggiore attenzione anche da parte dei medici di medicina generale, che spesso visitano per primi i loro assistiti e devono indirizzarli rapidamente allo specialista reumatologo territoriale. Occorre quindi un potenziamento dell’assistenza reumatologica negli ambulatori del territorio e nelle strutture ospedaliere, per ridurre i tempi di attesa e garantire ai malati assistenza anche nelle fasi più complesse della malattia”.

“È una giornata davvero importante per la reumatologia italiana – afferma la dottoressa Daniela Marotto presidente del Collegio dei Reumatologi Italiani (CReI) –”. Questo Ddl consentirà di riorganizzare il territorio e l’assistenza primaria, per essere sempre più vicino ai pazienti e far sì che il SSN resti un punto di riferimento. L’articolo 4, punto 2 del ddl sottolinea l’importanza del medico di medicina generale, la prima interfaccia col paziente, che deve intercettare i bisogni socio-sanitari del cittadino. Ma non lo può fare da solo. Una figura importantissima è quella dello specialista che lavora sul territorio e che può arrivare anche al domicilio del paziente. Questo significa dare salute. Lo specialista territoriale oltre ad interfacciarsi con il medico di famiglia, sa quando inviare i pazienti verso livelli assistenziali più complessi; e questo eviterà imbuti e liste d’attesa”.

“È un ringraziamento davvero sentito quello che APMARR vuole fare alla Senatrice Cantù – afferma Antonella Celano, presidente APMARR –. Oggi è un giorno importante: negli ultimi 20 anni è la prima volta che abbiamo un momento di confronto generale che ha puntato l’attenzione su una branca della medicina da sempre considerata la “Cenerentola” delle patologie in Italia. La reumatologia, considerata a torto una disciplina ‘minore’, avrà grazie a questo ddl un futuro di dignità sia per i medici specialisti, che potranno finalmente esprimere tutte le loro potenzialità, che per i pazienti, che di questo potranno giovarsi. La proposta della senatrice Cantù è vicina ai pazienti, ai caregiver, ai medici e a tutti quelli che si impegnano per migliorare la qualità di vita dei pazienti. E dunque, questo è un momento fondamentale perché per la prima volta abbiamo l’impressione che ci si occupi davvero delle nostre patologie mettendo al centro le necessità dei pazienti. Se questa proposta di legge riuscisse davvero a rimettere in ordine tutti questi tasselli, ben venga. E APMARR è pronta ad offrire la propria collaborazione e a lavorare per migliorare quello che ancora manca”.

 

Foto: da sinistra in alto: Silvia Tonolo, Presidente Anmar; Senatrice Cristina Cantù, Patrizia Comite, Anmar; Antonella Celano, Presidente APMARR