Morfologie n.43 – VISSI D’ARTE – LA SORPRENDENTE IMMANENZA DELL’ANTICO

La trama e l’ordito della vita e della morte, tessono la storia circolare del tempo in una mostra bellissima alle terme di Diocleziano, a pochi passi dalla Stazione Termini di Roma. Fino al 30 luglio

 

È una mostra ambiziosa, ma anche molto fruibile da un pubblico di non addetti ai lavori, ‘L’istante e l’eternità. Tra noi e gli antichi’, che da poco ha aperto i battenti al Museo Nazionale Romano delle Terme di Diocleziano (Roma). 300 pezzi stupendi (dal meraviglioso busto di Cosimo de’ Medici di Benvenuto Cellini, all’eleganza della Statua di fanciulla di Thera) direttamente dall’antichità greca, romana, etrusca, accanto ad opere medievali, moderne e contemporanee per una nuova narrativa del rapporto con le nostre radici culturali e con i nostri antenati. Cinque le sezioni nelle quali è articolata la mostra, a partire da ‘L’eternità di un istante’ che apre con il calco di due vittime dell’eruzione del Vesuvio, cristallizzate nell’istante della morte.

A seguire ‘La fama eterna degli eroi’ declinata attraverso diverse forme di arte e letteratura. Con ‘L’ordine del kosmos’ si conclude il primo percorso verso l’eternità, attraverso il mito (in mostra opere ispirate al mito di Leda sedotta da Zeus sotto forma di cigno, il mito di Europa rapita da Zeus sotto forma di toro) e le rappresentazioni divinizzate del tempo e dello spazio. La seconda parte del percorso si apre con la sezione ‘Le opere e i giorni’ che ricostruisce la quotidianità della vita sociale, sia domestica che pubblica, dei nostri antenati, passando per la misurazione quasi ossessiva del tempo con l’ossario dell’oculista romano C. Terentius Pistus che ‘per ottantasette anni, cinque mesi, ventiquattro giorni e dieci ore registrò il tempo della sua lunga vita’.

E infine ‘Umani divini’, una sezione che ci restituisce i tanti modi di rappresentare l’individuo, dall’essenzialità delle statue-steli neolitiche, alle raffinate opere classiche ed ellenistiche. Molte delle opere in mostra sono presentate al pubblico per la prima volta. Tra queste, anche alcune di recente scoperta come il carro cerimoniale della sposa di Civita Giuliana e la statua di Ercole dissotterrata pochi mesi fa nel Parco Archeologico dell’Appia Antica, accanto ad altre di recente acquisizione, come la Tabula Chigi.

Numerosi i capolavori provenienti dall’oblio impolverato dei depositi dei musei italiani e greci, come la statua della kore di Santorini. Opere eterne, restituite al presente di uno sguardo, per la gioia dei visitatori.