Morfologie n.42 – VISSI D’ARTE – RAOUL DUFY: IL PITTORE DELLA GIOIA PIÙ LUMINOSA

Si può dipingere un sentimento come la gioia? Raccontarla sulla tela attraverso forme e colori? Certo che si. Sempre che si abbiano la verve e i colori vibranti di Raoul Dufy, un pittore francese troppo a lungo trascurato dall’Italia. Caduto da noi nell’oblio da una quarantina d’anni (l’ultima mostra gli era stata dedicata nel 1984 a Villa Medici), è finalmente tornato alla ribalta con una mostra, eccellente nella presentazione e nella scansione di temi e periodi, organizzata a Roma a Palazzo Cipolla. E si tratta della più grande esposizione mai dedicata a Dufy in Italia. Nato a Le Havre il 3 giugno 1877, Dufy avrà una vita lunga a cavallo tra due secoli (muore a Forcalquier, 23 marzo 1953), piena di successi e di commissioni importanti. Un’esistenza attraversata da uno slancio e da una forza vitale che neppure l’artrite reumatoide, che sulle mani del grande artista lascerà segni indelebili, riuscirà a spegnere. Una vita artistica pervasa dal colore, che prenderà negli anni il sopravvento sul disegno, facendosi magia capace di comunicare stati d’animo ed emozioni sulle sue tele, influenzate prima dall’impressionismo di Monet e Pissarro, poi dai Fauves e da Matisse. Tra temi prediletti, i paesaggi marini costellati dalle vele delle regate e dai bagnanti, la musica delle sale da concerto e le corse di cavalli negli ippodromi. Ma altrettanto d’impatto è il racconto dell’intimità degli interni, anche questo vibrante di luce e di colore.

In mostra anche la riproduzione in scala ridotta di un’opera monumentale, La Fée Electicité, uno dei dipinti più grandi del mondo, composto da 250 pannelli per una lunghezza complessiva di 6 metri, commissionato a Dufy dalla Compagnie Parisienne de Distribution d’électricité per essere esposto al Padiglione dell’elettricità del World’s World nel 1937. Un inno alla scienza e al progresso portato dell’elettricità, un bene che nel nostro quotidiano è ormai associata dalla mortificante e scomoda realtà del ‘caro-energia’; ammirare questo pannello del grande artista francese è dunque anche un’occasione per rivalutare l’elettricità in tutta la sua illuminata bellezza e non scontata essenzialità.

Un’arte impegnata, ma allo stesso tempo godibile e solo apparentemente mondana e ‘leggera’, il cui scopo dichiarato, come ricorda la scrittrice americana Gertrude Stein era di ‘arrecare piacere’ allo spettatore.

La mostra, promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro Internazionale, per volontà del suo Presidente il professor Emmanuele F. M. Emanuele, è realizzata da Poema con il supporto organizzativo di Comediarting e Arthemisia, ideata dal Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, Paris Musées e curata da Sophie Krebs, conservatrice generale dello stesso museo parigino.

di Maria Rita Montebelli