Morfologie n.41 – MOMENTO STORICO PER I FISIOTERAPISTI: INTERVISTA AL PRESIDENTE DELL’AIFI

La fisioterapia è un elemento centrale nel palinsesto dei trattamenti per le persone con malattie reumatologiche. Nel caso dell’artrite reumatoide ad esempio fino al 25-40% dei pazienti viene sottoposto ad un trattamento fisioterapico della durata di almeno un anno. Tra le patologie più comunemente trattate dai fisioterapisti ci sono proprio artrite reumatoide e osteoartrosi, ma anche altre patologie, come la sclerosi sistemica, che possono beneficiare di un trattamento fisioterapico mirato. Fondamentale naturalmente è rivolgersi ad un fisioterapista con competenze specifiche sull’argomento. A questo proposito l’EULAR (European Alliance of Associations for Rheumatology) ha istituito una task force volta a sviluppare delle raccomandazioni sulle competenze di base che i professionisti impegnati nell’assistenza delle persone con malattie reumatologiche (in particolare, infermieri, fisioterapisti e terapisti occupazionali) dovrebbero acquisire. Partendo da queste raccomandazioni, il Network di Interesse Specialistico (NIS) di Reumatologia dell’AIFI (Associazione Italiana Fisioterapisti) ha stilato il ‘profilo’ ideale del fisioterapista, specializzato nel trattamento di queste patologie che, come indicato sul sito dell’AIFI, dovrebbe avere una serie di competenze specifiche, dalle conoscenze sulla fisiopatologia e i trattamenti delle malattie reumatiche, alla capacità di individuarne fattori di rischio e red flags, alla conoscenza dell’impatto di queste patologie sulla vita quotidiana (lavorativa, sociale, familiare), dalla valutazione funzionale, alla definizione degli obiettivi e allo sviluppo di un programma riabilitativo personalizzato.

Abbiamo chiesto al presidente dell’Associazione Italiana di Fisioterapia (AIFI), il dottor Simone Cecchetto* di parlarci della sua associazione, dei futuri sviluppi e dei progetti con le associazioni pazienti di persone con malattie reumatiche.

Che cos’è l’AIFI?

L’AIFI** – spiega Cecchetto – prima era l’Associazione Italiana Fisioterapisti e si occupava soprattutto della promozione della fisioterapia e della figura del fisioterapista. Ma con l’avvento delle Commissioni d’Albo all’interno degli Ordini delle professioni sanitarie, riabilitative-tecniche e della prevenzione, istituito con la legge 3/2018, esse hanno assunto la rappresentanza esponenziale della professione e quindi nell’ottobre del 2020 AIFI, oltre a cambiare denominazione, ha completato la propria trasformazione in ‘associazione tecnico-scientifica’, iscritta nell’apposito elenco ministeriale, secondo quanto previsto dalla legge Gelli-Bianco. La mission dell’AIFI oggi è la promozione e lo sviluppo della cultura e della Fisioterapia, intesa come scienza. Oggi dunque siamo un’associazione scientifico-culturale che supporta lo sviluppo di linee guida e buone pratiche e la diffusione delle migliori pratiche evidence-based all’interno delle realtà professionali e organizzative.

Quali conseguenze immediate ha avuto questo cambio di ‘personalità’ della vostra associazione?

Questa trasformazione ha dato una spinta molto più forte sullo sviluppo scientifico e culturale sia universitario che extra-universitario fino a raggiungere tutti i fisioterapisti. Con l’avvento del nuovo Consiglio Direttivo, da marzo 2021, abbiamo investito molto sullo sviluppo dei diversi ambiti specialistici della fisioterapia. Storicamente avevamo già dei gruppi di interesse specialistico nei diversi ambiti (neurologico, geriatrico, pediatrico, respiratorio, linfologico, ecc.). Tra questi, quello muscolo-scheletrico, che ha come punto di riferimento al nostro interno il GTM (Gruppo di Terapia Manuale e fisioterapia muscolo-scheletrica) che si propone di migliorare sempre più la diffusione delle migliori pratiche per le condizioni muscolo-scheletriche, sia conseguenti ad evento acuto, sia quelle associate a malattie croniche o degenerative.

Quali sono i pilastri della moderna fisioterapia?

In primis una attenta valutazione funzionale, secondo una prospettiva bio-psico-sociale che prende in considerazione aspetti sia fisici che psicologici, ma anche di impatto sociale delle problematiche della persona in ottica sistemica, per identificare i possibili determinanti delle disfunzioni. Poi la condivisione degli obiettivi con la persona in cura e con i suoi caregiver. E poi, dal punto di vista concreto, la Fisioterapia ha 5 “armi” a disposizione. Ci si avvale degli esercizi terapeutici (tutta la letteratura ci parla dell’importanza dell’esercizio fisico, dell’esercizio terapeutico per la neuro-modulazione del dolore cronico ad esempio o per il miglioramento in generale). Poi mettiamo a disposizione forme di terapie manuali per migliorare il tono-trofismo dei tessuti, l’articolarità, la riduzione delle contratture, ecc. Ci si avvale poi di  terapie fisiche che, rispetto al passato, stanno avendo prove di efficacia più consistenti, di pari passo con il miglioramento delle tecnologie a disposizione. Mettiamo a disposizione anche la nostra conoscenza delle tecnologie assistive, gli ausili per ridurre la fatica, migliorare l’esecuzione di gesti e le attività della vita quotidiana. E come ultimo punto, l’educazione terapeutica che significa camminare insieme, aiutare la persona a trovare le migliori risposte ai propri bisogni di salute e consolidare quanto appreso con le altre quattro strategie che abbiamo a disposizione.

Qual è il vostro rapporto con il mondo delle malattie reumatologiche e quali attività specifiche state portando avanti in questo campo?

In occasione della giornata mondiale della fisioterapia (8 settembre) il 5 settembre su AIFI channel di YouTube si è tenuta una puntata speciale dedicata alle malattie reumatologiche, curata dal Gruppo di Terapia Manuale sul versante della divulgazione delle migliori pratiche verso i fisioterapisti.

Quest’anno infatti, la Giornata Mondiale della Fisioterapia 2022 è dedicata proprio a osteoartrosi e malattie reumatiche. A livello internazionale sono stati prodotti dei materiali, tradotti in italiano da AIFI, anche divulgativi e dedicati ai cittadini con suggerimenti, consigli e spiegazioni sull’importanza della fisioterapia nelle malattie reumatiche.

Quali altre iniziative state portando avanti sulla scia del topic della giornata mondiale?

L’8 settembre si è tenuto presso il Senato della Repubblica un evento promosso da AIFI con un focus specifico su artrosi e malattie reumatiche all’interno della riorganizzazione dell’assistenza territoriale, su come possiamo migliorare i percorsi territoriali per i cittadini all’interno delle malattie reumatiche, in particolare sul versante riabilitativo, e il contributo che può dare la fisioterapia. Il focus è stato su “PNRR e DM 77 propongono nuovi modelli di assistenza territoriale”.

Come possono essere ottimizzati nelle persone con artrosi e malattie reumatologiche?

Quale può essere il contributo della fisioterapia? Stiamo cercando di riflettere ed elaborare proposte ad hoc per inserirci in queste grandi riforme del sistema salute. Come mondo della fisioterapia siamo anche in un momento di forte cambiamento perché si sta per completare nei prossimi mesi il percorso per l’istituzione dell’Ordine dei Fisioterapisti. L’8 settembre è stata dunque anche l’occasione per lanciare questa nuova istituzione che ci auguriamo sarà operativa nei prossimi mesi; un’istituzione in primis al servizio dei cittadini, più che dei professionisti, perché gli Ordini hanno l’importante ruolo di contribuire a realizzare il diritto alla salute, quindi di presidiare i professionisti affinché facciano il meglio possibile per i cittadini. Per noi, l’istituzione dell’Ordine dei fisioterapisti significa avere la possibilità di lavorare ancora di più e ancora meglio al servizio dei cittadini. Sul nostro sito ci sono una serie di pagine dedicate al pubblico, dalle brochure-locandine per i cittadini ad un servizio di geo-localizzazione di fisioterapisti iscritti ad AIFI dove è possibile anche selezionare l’ambito specialistico, ad esempio con una formazione avanzata e specifica nel campo muscolo-scheletrico, nel caso delle malattie reumatiche.

A fine ottobre si terrà il vostro congresso nazionale. Con quale focus specifico?

Il Congresso nazionale AIFI che si terrà dal 28 al 29 ottobre a Palermo, sarà dedicato a “Fisioterapia e prossimità”. Qui andremo avanti nella riflessione nei diversi ambiti di intervento della fisioterapia su come incarnare al meglio le evidenze scientifiche per il perfezionare i modelli organizzativi più vicini ai cittadini, quindi nelle Case e Ospedali di Comunità, e nell’assistenza domiciliare nelle gravi disabilità.

State riflettendo su proposte concrete per le persone con malattie reumatologiche?

La fisioterapia e la riabilitazione hanno risentito negli ultimi decenni in Italia di una visione spietatamente ‘ospedalo-centrica’ e ‘prestazionale’, fatta di ‘cicli’ di prestazioni, talvolta isolate e scollegate da un percorso, anziché di presa in carico continuativa long-term. Quindi c’è bisogno a nostro avviso di un cambio di paradigma culturale nel mondo della riabilitazione, che richiede l’adozione e la traduzione delle logiche del chronic-care model nella continuità dei servizi riabilitativi (stratificazione, personalizzazione a seconda del livello di complessità del bisogno, identificazione di forte prospettiva sui fattori ambientali e contestuali, promozione dell’educazione terapeutica, supporto all’auto-cura, consulenza continua, tecnologie assistive). E inoltre, tele-assistenza e tele-riabilitazione laddove possibile e comunque fortemente integrata in percorsi in presenza. Perché la distanza va bene, ma le persone con malattie reumatiche e altre condizioni hanno bisogno anche di contatto, non tutto può essere spostato dunque in logiche ‘a distanza’. La tele-riabilitazione deve essere cioè uno dei tanti strumenti all’interno di percorsi che prevedano tanti ‘appuntamenti funzionali’ (nella logica del Chronic Care Model) in occasione dei quali si fa il punto con la persona in condizione cronico-degenerativa, per valutare il rischio di peggioramento, il come è andata nell’ultimo periodo e cosa si può fare per continuare a migliorare la qualità di vita sua e delle persone che stanno al suo fianco. Questo è ciò che vorremmo portare avanti come linea di pensiero generale.

Come si stanno sviluppando i vostri rapporti con le associazioni pazienti di malattie reumatologiche?

C’è un grande lavoro da fare insieme con le associazioni pazienti, su tanti fronti. Ci sono delle esperienze molto positive già in atto in alcune regioni, quali Toscana ed Emilia Romagna, in cui i percorsi di attività fisica adattata per le persone con malattie reumatologiche (ad esempio idrochinesiterapia, piscina terapeutica, percorsi di gestione long-term) sono realtà. Diventerebbe fondamentale studiare insieme alle associazioni di pazienti con malattie reumatiche questi modelli organizzativi e, se ritenuti positivi, potenziarne la diffusione sul territorio. I feedback che abbiamo dai colleghi fisioterapisti di queste regioni sono molto positivi. Le persone si sentono parte di un percorso (che è il focus di cui sopra) e quindi il fisioterapista diventa il consulente disponibile, il punto di interfaccia, lo sportello avanzato per orientare la persona con malattia reumatica al percorso sul territorio, di attività fisica in piscina oppure all’accesso a servizi sanitari qualora ci fosse bisogno di approfondire un problema. È in questo caso che il fisioterapista orienta e magari prenota già le visite con l’ortopedico, il reumatologo, il fisiatra o con lo specialista in medicina del dolore o altro. Questo è un primo campo di interazione che potremmo sviluppare con le associazioni di pazienti reumatologici.

di Maria Rita Montebelli

*Chi è Simone Cecchetto. Dirigente delle professioni sanitarie presso l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento,

dove si occupa della gestione del personale dei servizi di riabilitazione di tutta la Provincia Autonoma. Nasce come fisioterapista e da oltre un decennio si occupa di organizzazione. Insegna fisioterapia e management sanitario all’Università di Verona (nei corsi di laurea

di fisioterapia e di laurea magistrale in scienze riabilitative). Dal marzo dello scorso anno, Simone Cecchetto è presidente dell’AIFI (Associazione Italiana di Fisioterapia).

 **L’Associazione Italiana Fisioterapia (AIFI). È un’associazione tecnico-scientifica di rilevanza nazionale della professione del ‘Fisioterapista’, così come definita dal D.M. n. 741 del 14 settembre 1994 e successive disposizioni, in relazione a quanto definito dalla legge n. 24 dell’8 marzo 2017 e successive modificazioni e dal D.M. 2 agosto 2017 e s.m.i. e si propone come riferimento per la promozione e la crescita scientifica, etica e umana dei Fisioterapisti nell’interesse degli individui e della comunità.

Locandina-Evento-Giornata-Mondiale-Fisioterapia-2022-al-Senato.pdf