Morfologie n.41 – LA MOSTRA DELL’ANNO È A ROMA ED È DEDICATA A VAN GOGH

di Maria Rita Montebelli

È una delle mostre più attese dell’anno ed è stata organizzata alla vigilia dei 170 anni dalla nascita di Vincent van Gogh, uno dei più grandi artisti di tutti i tempi. Ad ospitarla a Roma, dall’8 ottobre, è Palazzo Bonaparte, un angolo di storia sospeso tra via del Corso e piazza Venezia. Una mostra di eccezionale interesse dove sarà possibile ammirare vere e proprie icone della storia dell’arte, come il celebre Autoritratto del 1887, scelto anche come immagine simbolo della mostra. Nato in Olanda il 30 marzo 1853, Van Gogh è uno degli artisti più amati di sempre, grazie alla sua arte e alla sua vita da romanzo, scandita dalla malattia mentale, dai suoi ricoveri presso l’ospedale di Saint Paul in Provenza, dal suo rapporto tormentato con il ‘collega’ Paul Gauguin, fino al suicidio nella campagna francese all’età di appena 37 anni. Ma nel lasso della sua breve e tormentata esistenza il grande pittore olandese ha realizzato un numero impressionante di capolavori, che mettono allo scoperto la sua anima; di grande impatto emotivo anche le ‘Lettere’ al fratello Theo. La mostra romana sarà popolata da 50 opere provenienti dal museo Kröller Müller di Otterlo e ricostruirà le vicende artistiche e personali del grande artista olandese. Fil rouge della mostra sarà appunto quello cronologico, che si dipanerà nei vari luoghi dove il geniale pittore ha soggiornato, da Arles a Auvers-Sur-Oise. Grande la fascinazione del pittore, nelle opere dei primi anni, per gli umili e i lavoratori della terra; ne scaturisce una galleria di personaggi, dai celeberrimi raccoglitori di patate, ai boscaioli, alle donne impegnate nella routine casalinga o intente a trasportare pesanti sacchi di carbone, tutti dai volti quasi amimici, i lineamenti scolpiti dalla fatica. Il periodo del soggiorno parigino è invece contrassegnato dallo studio del colore, alla ‘moda’ impressionista, con un linguaggio vibrante che Van Gogh trasmette anche ai suoi autoritratti, come quello su fondo azzurro (1887) in mostra a Roma. Il giardino dell’ospedale di Saint-Rémy, il Burrone e il Vecchio disperato di qualche anno più tardi, raccontano l’ultima fase della vita del grande pittore e trasmettono il suo umore cupo e disperato, annunciando il drammatico epilogo.

Curatrici di questa mostra ‘must-see’ sono Maria Teresa Benedetti e Francesca Villanti. Il catalogo è di Skira.