Morfologie n.40 – L’Angolo dell’Avvocato

I 30 anni della Legge 104/1992 e la necessità di aggiornarla.

Esiste da 30 anni una legge dedicata, forse una delle poche normative che sono riuscite a rispondere in maniera certosina ad un’esigenza diffusa: quella di prendersi cura di chi vive con una disabilità.

 

Nel 1992 è nata con lo scopo di regolare i diritti, l’assistenza e l’integrazione sociale delle persone con disabilità, è una ‘legge-quadro’ che contiene i principi fondamentali relativi ad una determinata materia. Risponde a tutte le istanze e i principi portati avanti dalla Convenzione ONU che mirano ad annullare le differenze tra persone con e senza disabilità, secondo principi di equità. Per poter consentire il pieno espletamento dei diritti, quella legge prevede l’estensione delle tutele alle persone che assistono i soggetti destinatari ultimi con minoranza fisica, psichica o sensoriale ed è applicata anche agli stranieri e agli apolidi residenti, domiciliati o aventi stabile dimora in Italia. L’accertamento della disabilità avviene tramite USL, mediante commissioni mediche che attesteranno natura e grado di disabilità. Questo passaggio è fondamentale per l’accesso alle agevolazioni. La terminologia utilizzata e la delicatezza delle parole sono essenziali, anche nel fare quotidiano, per praticare l’inclusione. Giuridicamente parlando, però, c’è differenza tra: invalidità civile, handicap e disabilità. La prima corrisponde all’accertamento che identifica la percentuale secondo il tipo e la gravità della patologia (da un minimo del 33% al 100%). A riguardo, il d.lgs. n. 509/1988 stabilisce che tale percentuale debba basarsi sull’importanza del danno, anatomico o funzionale. Il termine ‘handicap’ fa riferimento alla difficoltà d’inserimento sociale dovuto alla patologia ed è disciplinato dalla L. 104/1992; la ‘disabilità’ esamina la capacità d’inserimento lavorativo e l’accertamento rientra tra le misure volte ad agevolare il posto di lavoro più idoneo, ai sensi della L. 68/1999.

Una legge insomma che ha dato accesso al mondo alle persone con disabilità, ma che oggi andrebbe certamente rivista.