Morfologie n.37 – IL PROGETTO – La dimensione dell’abitare per il benessere della persona di Sonia Middei e Raffaele Convertino

Gli esseri umani sono un complesso mix di biologia, razionalità, spiritualità oltre che di aspetti relazionali che li pongono in contatto con l’ambiente interno (il nostro patrimonio interiore, costituito dai nostri pensieri, dalle nostre paure, dalla percezione di noi stessi e degli altri) e con l’ambiente esterno, inteso come contesto familiare e sociale, oltre che come ambiente fisico, costruito dall’intervento dell’uomo.

La qualità delle relazioni che instauriamo con il nostro ambiente interno e con l’ambiente esterno influiscono sulla nostra salute. In particolare, l’ambiente ‘costruito’, come ad esempio la nostra casa, è in grado di influenzare positivamente o negativamente il sano sviluppo della personalità.

Partendo da queste premesse, APMARR sta avviando un nuovo progetto per l’empowerment delle persone che vivono in una condizione di cronicità e/o di disabilità, partendo dalla dimensione dell’abitare. Il programma si rivolge anche ai caregiver, che spesso si trovano a prestare assistenza in una situazione abitativa non idonea.

Attraverso strumenti di ascolto (questionari) e divulgativi (articoli) si cercherà di valutare il livello di consapevolezza sulla dimensione dell’abitare e di favorire una maggiore conoscenza degli strumenti legislativi attualmente disponibili.

L’obiettivo di questo progetto è favorire l’empowerment delle persone con disabilità e con patologie croniche, partendo da una maggiore consapevolezza rispetto ai bisogni dell’abitare e al miglioramento della qualità di vita e dell’autostima, derivanti da una ‘casa su misura’.

Parlare di casa significa, parlare di noi. La nostra casa rappresenta il ‘set cinematografico’ in cui va in scena il film della nostra Vita, e noi scegliamo se esserne dei semplici attori oppure i registi. La casa esprime la nostra personalità, ci identifica in modo univoco, come l’impronta digitale. Parlare della nostra casa significa comprendere come la relazione che abbiamo con essa possa creare in Noi benessere, oppure, malessere.

La psicologia ambientale, nata agli inizi degli anni ’70 negli Stati Uniti, studia il legame esistente tra gli aspetti personali, quali pensieri, emozioni e comportamenti, e i processi ambientali. La psicologia dell’architettura, inoltre, offre basi scientifiche al rapporto che intercorre tra le diverse tipologie di ambiente e di spazio e le risposte emotive che ne derivano. Va da sé che la progettazione di ambienti costruiti sempre più inclusivi e vicini ai bisogni ed alle necessità emotive dell’uomo non possa prescindere, pertanto, da un approccio multidisciplinare offerto dal binomio tra architettura e psicologia.

Un ulteriore contributo al nostro lavoro lo fornisce il concetto di ergonomia, inteso come restituire godibilità e fruibilità, grazie ad una progettazione che includa l’estetica e la facilità d’uso di ambienti ed oggetti. Facilità di utilizzo, accessibilità e design diventano concetti cardine nella progettazione di oggetti ed ambienti. “Il piacere dell’uso – prosegue – trasforma le cose, piccole o grandi che siano (spazi urbani, abitazioni, oggetti) in una sorta di prolungamento e completamento personale che ci permette di appropriarci, di godere dello spazio in cui viviamo, in una prospettiva sempre più inclusiva ed accogliente”. (Fonte disabili.com)

Architettura e design si arricchiscono di una funzione sociale, che cerca di rispondere ai bisogni delle persone, partendo da quelli delle persone con disabilità. Rendere l’ambiente attraente e, allo stesso tempo accessibile per le esigenze di tutte le persone, significa costruire una società fondata sull’autonomia e sullo sviluppo, sulla libertà e sulla bellezza, di tipo universale.

Non basta dunque che la progettazione risponda a requisiti funzionali; è fondamentale che sia costruita “con ed intorno all’uomo”, inteso come bambini, anziani, persone con disabilità, includendo anche i bisogni percettivi e sensoriali per dare, così, la possibilità a tutti di vivere e godere la casa in maniera indipendente e partecipata.