Morfologie n.37 – DOCUMENTI – Reti reumatologiche: una mappa del tesoro per i pazienti di Italia Agresta

Per chi improvvisamente scopre di essere affetto da una patologia reumatologica e rara, ma anche per chi con la malattia convive da anni, le reti reumatologiche rappresentano una vera e propria ‘mappa del tesoro’.

Una ‘rete’ è un sistema di relazioni relative a contatti, vincoli, collegamenti e appartenenza tra un certo numero di nodi (persone, unità organizzative, organizzazioni, ecc.), che permette di assicurare l’assistenza alla persona con una determinata patologia. Grazie ad un tessuto organizzativo, la rete assicura la presa in carico del paziente mettendo in relazione, con modalità formalizzate e coordinate, professionisti, strutture e servizi che erogano interventi sanitari e socio-sanitari di tipologia e livelli diversi, nel rispetto della continuità assistenziale e dell’appropriatezza clinico-organizzativa. La rete insomma individua i nodi e le relative connessioni, definendone le regole di funzionamento, il sistema di monitoraggio, i requisiti di qualità e sicurezza dei processi e dei percorsi di cura, di qualificazione dei professionisti e le modalità di coinvolgimento dei cittadini.

Le reti sono funzionali al miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza, garantendo al paziente percorsi agili e flessibili di integrazione delle attività di prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione e fine vita, tramite la presa in carico. In questo contesto, il Piano Nazionale della Cronicità e il Nuovo Sistema di Garanzia spostano la verifica dei LEA (in termini di accesso e di equità nelle Regioni) dalle singole prestazioni all’intero processo assistenziale (PDTA).

 

Obiettivo delle reti è di offrire soluzioni che consentano di avere una risposta sanitaria accessibile a tutti i cittadini, con contenuti clinico assistenziali e riabilitativi adeguati; offrono garanzia della sicurezza e della qualità delle prestazioni, affidate ad équipe mediche specializzate. Le reti contribuiscono a rendere sostenibili gli investimenti, concentrando la casistica per le risposte a maggiore complessità organizzativa e tecnologica; definiscono l’organizzazione e contribuiscono allo sviluppo dell’assistenza extra-ospedaliera, offrendo flessibilità organizzativa e professionale, in modo da rispondere proattivamente a cambiamenti dei bisogni sanitari sempre più rapidi.

La Sanità in Rete: ecco perché questa cooperazione genera valore peculiare.

In una Sanità in Rete le persone con patologie, accedendo direttamente alle informazioni che le riguardano, hanno un atteggiamento più consapevole e condividono le decisioni mediche. Per esempio, possono assumere un ruolo attivo nel prevenire le malattie o migliorare la propria salute anche se sono integrate e complesse.

La sanità in rete supera il concetto di prevenzione tradizionale o di puro monitoraggio remoto e coinvolge proattivamente la persona prima che abbia bisogno di cure mediche.

Il ruolo delle associazioni nel disegnare questa ‘mappa del tesoro’.

Le associazioni di pazienti formati ed informati come APMARR, svolgono un ruolo importante nella co-progettazione della sanità perché parte dai bisogni espressi ed inespressi delle persone con patologia, non calando dall’alto le reti reumatologiche. Si co-crea valore attorno alla persona, analizzando prospetticamente risorse, obiettivi e percorsi, aggiungendo co-produzione della salute grazie ad elevati livelli di benessere.

La peculiarità delle reti reumatologiche: la cooperazione genera valore.

La maggior parte delle reti reumatologiche è strutturata in ‘hub e spoke’, un modello che può e deve essere integrato in un modello Regionale a Rete, costruito in base a dei requisiti standard che sono: mappatura (es. mappatura della specificità del contesto, assessment center, knowledge management), pianificazione processuale (es. pianificazione dei processi dipartimentalizzazione, best practice, epidemiologie, vincoli), pianificazione operativa (es. deframmentazione e ricostruzione processi esistenti, interconnessione risorse, know-how, know-what), attuazione operativa (es. costruzione attuativa dei processi gestionali, co-costruzione dei PDTA intra e inter aziendali), rivalutazione monitoraggio (processi rivalutazione e monitoraggio continui, adozione indicatori unitari gerarchici e territoriali).

 

MA QUALI E QUANTE RETI ABBIAMO IN ITALIA?

Le reti organizzate in Hub e Spoke sono presenti in Puglia, Abruzzo, Calabria, Sicilia, Friuli Venezia Giulia e Veneto. Le reti territoriali /metropolitane / clinico-assistenziali si trovano in Molise, Marche, Basilicata (Matera – Potenza), Trentino, Lazio (Rieti – Viterbo), Umbria, Lombardia, Valle D’Aosta, Emilia Romagna (Bologna). Infine la Liguria ha un sistema di reti verticali.