MORFOLOGIE 47 – Verso un approccio olistico alla cura dell’artrite reumatoide

di Maria Rita Montebelli

Nel corso del Congresso EULAR 2024, tenutosi di recente a Vienna, sono stati presentati nuovi dati che ampliano le precedenti raccomandazioni EULAR – European Alliance of Associations for Rheumatology in relazione agli interventi legati allo stile di vita per le persone con malattie reumatiche e muscolo-scheletriche, compresa l’artrite reumatoide (RA). Le raccomandazioni enfatizzano l’importanza di uno stile di vita sano, con particolare attenzione a una dieta equilibrata e salutare.

Il nuovo studio, denominato ‘Plants for Joints’, ha esaminato gli effetti di un intervento multidisciplinare sullo stile di vita in persone con RA, confrontandolo con le cure standard. Il trial, randomizzato e controllato, durato 16 settimane, si è basato su una dieta a base di alimenti integrali e vegetali, corredata da attività fisica e gestione dello stress. Studi precedenti avevano già mostrato che questo intervento fosse in grado di ridurre significativamente il punteggio di attività della malattia su 28 articolazioni (DAS28), rispetto alle sole cure standard.

Per valutare l’efficacia a lungo termine dell’intervento, i ricercatori hanno seguito i partecipanti per due anni, con visite semestrali e sei webinar annuali, per promuovere l’aderenza alle indicazioni dietetiche e di stile di vita. Dopo un periodo iniziale di 16 settimane anche il gruppo di controllo ha ricevuto l’intervento sullo stile di vita. Le persone con DAS28 inferiore a 2.6 hanno ricevuto inoltre indicazioni per ridurre gradualmente i farmaci antireumatici, sotto la supervisione del reumatologo, con registrazione di eventuali modifiche al trattamento.

Il 62% dei partecipanti ha completato il follow-up di due anni. Chi ha interrotto lo studio ha indicato come motivi principali la mancanza di tempo, l’impossibilità di essere raggiunti o non ha dato il consenso al secondo anno di studio. I risultati a lungo termine hanno mostrato che il miglioramento del DAS28 è stato mantenuto per due anni dopo l’intervento, con valori significativamente inferiori, rispetto al basale. Anche il numero delle articolazioni doloranti e i componenti di salute generale del DAS28 sono risultati significativamente migliorati, sebbene non siano state evidenziate differenze significative nella VES e nel numero delle articolazioni edematose, rispetto al basale.

Tra i 39 partecipanti che hanno completato il follow-up e utilizzato farmaci antireumatici, il 44% ha potuto ridurre o sospendere la terapia, il 26% ha mantenuto la posologia iniziale e il 31% l’ha aumentata. Tra coloro che hanno mantenuto o ridotto il dosaggio dei farmaci rispetto al basale, il 65% ha mostrato un miglioramento del DAS28. Dopo i due anni di follow-up, il colesterolo HDL è aumentato e la proteina C reattiva (PCR) è risultata significativamente inferiore rispetto ai valori basali; non sono state riscontrate differenze significative di peso, circonferenza della vita, colesterolo LDL o emoglobina glicata.

Questi risultati evidenziano che un cambiamento intensivo allo stile di vita può risultare efficace a lungo termine nelle persone con RA; l’offerta di un approccio olistico, potrebbe dunque migliorare significativamente la gestione della malattia e la qualità di vita dei pazienti.