MORFOLOGIE 47 – Niki de Saint Phalle: arte e artrite reumatoide

Il Giardino dei Tarocchi, un parco creato dalla fantasia della famosa artista francese, sembra uscito da una favola. Un esempio di come la creatività vinca sulla malattia.

 

di Maria Rita Montebelli

È una delle più famose artiste del XX secolo, nota per le sue ‘Nana’ che, nonostante le forme extra-large, sono un inno alla leggerezza e alla gioia. Ma la vita di Niki de Saint-Phalle è stata tutt’altro che ‘leggera’, visto che è stata punteggiata di abusi sessuali, separazione precoce dalla famiglia, collassi nervosi, fino ad approdare alla burrascosa relazione con l’artista Jean Tinguely, le cui opere sono spesso esposte insieme a quelle di Niki (come nella fontana Stravinsky nella piazza omonima a Parigi, davanti al Centre Pompidou), opposte e complementari, come la loro storia. Ma non era certo solo la psiche a tormentare l’eclettica artista. Illustre vittima dell’artrite reumatoide, Niki è stata trattata per più di vent’anni a colpi di cortisonici e anti-malarici, terapie che le permisero di cavarsela con piccole erosioni all’articolazione del polso e di salvare così la sua produzione artistica.

Come se non bastasse, a tormentarla fu anche una malattia polmonare, forse legata all’inalazione ripetuta di poliestere e polistirene, materiali utilizzati nelle sue sculture. Nata a Neuilly-sur-Seine, alle porte di Parigi nel 1930, Niki era erede per parte di padre della più antica nobiltà francese, mentre la madre era un’americana. Vissuta a New York nella prima parte della sua vita, la bellissima donna inizia una carriera come modella d’alta moda, conquistando le copertine di Vogue e Life. Ma il suo estro artistico si era già manifestato, tra shooting panting, collage e installazioni fantasiose. Niki lavora con qualsiasi materiale (ma i suoi preferiti saranno sempre vetro, ceramica e specchi), trasformandolo in opera d’arte. La fama internazionale arriverà con le grandi sculture ‘Nana’, figure archetipiche dell’esistenza femminile, spesso atteggiate in leggiadre pose di danza. Il suo capolavoro si trova in Italia, purtroppo sconosciuto ai più. È il Giardino dei Tarocchi, un intero villaggio progettato da Niki, nei pressi di Capalbio (Toscana). Un mondo incantato fatto di forme fiabesche, case di fate, colori e riflessi di un caleidoscopico gioco di specchi, nel bel mezzo della Maremma toscana. “Niki è un caso speciale – scriveva di sé stessa la grande artista – una outsider. La maggior parte delle plastiche ha qualcosa di senza tempo, memorie di antiche culture e sogni. Il suo lavoro e la sua vita sono come fiabe: piene di avventura, draghi cattivi, tesori nascosti, madri mangiatrici d’uomini e streghe. Vi compaiono anche uccelli del paradiso e madri buone, premonizioni del cielo e della discesa all’inferno”.