SIOT E APMARR UNITE PER MIGLIORARE LA COMUNICAZIONE MEDICO-PAZIENTE

La Società Italia di Ortopedia e Traumatologia dedica il 2022 al tema della comunicazione tra medici e pazienti. Un percorso al via il 20 aprile con un webinar trasmesso in diretta sui canali social della società scientifica. Paolo Tranquilli Leali (presidente SIOT): “Ascoltare i pazienti negli ultimi due anni è stato difficile a causa del distanziamento imposto dalla pandemia e sono aumentati i casi di fake news e delle autodiagnosi da internet. Ora dobbiamo recuperare il contatto diretto e personale con loro”

 

Roma, 20 aprile 2022 – Empatia, prima di tutto. Un buon medico deve saper ascoltare il paziente, comprendere le sue paure e il suo stato d’animo, farsi carico delle domande e fornire risposte adeguate sia nella fase della diagnosi che nelle indicazioni terapeutiche.E gli ultimi due anni, segnati dalla pandemia da Covid-19, hanno avuto certamente un impatto sulla comunicazione tra medico e paziente. Sia in senso positivo (miglioramento dell’immagine del medico-eroe) che negativo (aumento esponenziale del ricorso ai motori di ricerca per autodiagnosi).

In questo scenario, la Società italiana di Ortopedia e Traumatologia – SIOT ha intrapreso un percorso finalizzato a rafforzare e, in alcuni casi ricucire, il legame medico-paziente, al quale collabora l’Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare – APMARR APS. Il primo appuntamento sarà il 20 aprile 2022, dalle 18 alle 18.45, con “Primum non tacere: migliorare la comunicazione medico-paziente”, seminario gratuito che sarà trasmesso in diretta sui canali social della SIOT. Per seguire la diretta basterà collegarsi alla pagina Facebook (https://www.facebook.com/SiotOrtopedia), Linkedin (https://www.linkedin.com/company/societa-italiana-ortopedia-traumatologia) o Twitter (https://twitter.com/SIOTOrtopedia) della SIOT. Nel corso della diretta social il pubblico avrà la possibilità di porre delle domande scritte che verranno girate dalla moderatrice ai relatori.

 

“La comunicazione tra medico e paziente ricopre un ruolo fondamentale nel percorso di cura, fin dal momento della diagnosi. In ambito ortopedico e quando si rendono necessari interventi chirurgici, lo è ancora di più. In questi casi il paziente si affida totalmente al chirurgo che cura, soprattutto in ambito ortopedico e nei casi in cui si rendono necessari interventi chirurgici – dichiara Antonella Celano, presidente dell’Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare APMARR APS e relatrice del webinar “Primum non tacere: migliorare la comunicazione medico-paziente”. È compito del medico spiegare alla persona la situazione, illustrare la tipologia di intervento e la prognosi, indicare il decorso post-operatorio e l’impatto sulla qualità di vita. Oltretutto – prosegue Celano – un conto è parlare di traumi e urgenza, un altro di interventi di elezione, quindi di qualcosa di programmato a causa di una patologia pregressa. In ogni caso, la comunicazione non deve essere ritenuta marginale: è proprio su questo aspetto che ruota il successo dell’intervento, sia di tipo terapeutico che chirurgico.

La pandemia, purtroppo, ha impattato negativamente sul piano comunicativo perché ha allontanato il paziente dal medico. Con riferimento all’ambito ortopedico, la maggior parte degli interventi è stata rimandata e una buona parte deve ancora essere recuperata. La gestione delle liste d’attesa non è facile tenuto conto delle urgenze. Abbiamo scoperto la telemedicina, è vero, ma lo abbiamo fatto con grande ritardo se pensiamo che le linee guida risalgono a una decina di anni fa. Se l’avessimo applicata sin da subito, forse l’impatto sul piano relazionale sarebbe stato attutito. Ci sono state persone che non sono riuscite a vedere neppure il medico di famiglia, non hanno più visto gli specialisti e hanno interrotto le cure. La nostra associazione, in maniera provocatoria, ha parlato di fragilità sospesa occupandosi di patologie croniche con cui si vive 365 giorni l’anno. Questo è avvenuto soprattutto nella prima ondata del Covid e le conseguenze le vedremo nel medio e nel lungo periodo, in particolare con riferimento alle diagnosi mancate ed ai costi sociali collegati alle patologie. Eravamo impreparati e abbiamo dimostrato che la nostra è una sanità basata molto sulle acuzie e sull’ospedale ed è poco territoriale. A questo punto – conclude Celano – è necessario tornare ad ascoltare il paziente e a parlare con lui per ripristinare la comunicazione”.

 

“Nel periodo della pandemia i rapporti tra medico e paziente non sono stati de visu e le nuove tecnologie hanno supportato un nuovo tipo di relazione, da remoto, che se da un lato ha permesso di mantenere i contatti dimostrando l’efficienza della sanità nonostante il virus che ha sconvolto le esistenze di tutti, dall’altro ha fatto emergere criticità legate al massiccio ricorso a internet per la ricerca di informazioni su malattie, diagnosi e terapie”, dichiara il Prof. Paolo Tranquilli Leali, Presidente SIOT.

In questi lunghi mesi, i pazienti hanno perso il contatto diretto, personale e umano con i medici e sono aumentati i casi di fake news in ambito medico-sanitario così come quelli in cui i pazienti hanno realizzato diagnosi fai-da-te”, sottolinea. È stato tutto difficilissimo, anche perché i medici “corrono” sempre. E se da un lato è giusto cercare di recuperare le liste d’attesa che si sono allungate in questi anni di pandemia, dall’altro vale la pena riflettere sul fatto che spesso viene sacrificato il tempo dell’ascolto e della comunicazione. Per questo motivo – conclude Tranquilli Leali – come SIOT abbiamo deciso di affrontare la tematica della comunicazione empatica con il paziente: il medico deve ascoltare chi si rivolge a lui e deve rispondergli. Questo è il nostro compito”.